
A mia discolpa posso dire che ero giovane.
Non basta.
A mia discolpa posso dire che allora non c’era internet per recuperare in poco tempo la discografia di un cantante.
Non basta.
A mia discolpa posso dire che sono in tanti a suonare e cantare e io sono uno ad ascolt… ok! Ho capito, non ci sono scuse. Mi vergogno e sono qui per confessare la mia colpa.
Salve, mi chiamo Alessandro Chiometti e… non ho molto apprezzato David Bowie per lunga parte della mia vita.
Perché? Non lo so perché… ero anche uno dei pochi a cui era piaciuto Absolute Beginners. Sì sì, lo sapevo che la colonna sonora era la sua.
E sì, avete ragione… conoscevo anche This is not America, pezzo pazzesco fatto con Pat Metheny. Diverso da ogni cosa musicale che ascoltassi fino ad allora; mi piaceva così tanto che la richiedevo pure a Radio Flash di continuo… a volte facevano finta di aver perso il disco! Vabbè lasciamo stare Radio Flash e il periodo delle radio libere…
Come dite? Heroes? Sì certo, lo sapevo che era la sua. E anche Let’s dance. Come non saperlo? Ovvio, avevo visto anche il video di Under Pressure con i Queen, figuriamoci se me l’ero perso, Music Television allora imperava.

Cosa? Labyrinth? Visto lo spettacolo domenicale delle 16.00 sono rimasto seduto anche per quello delle 18.00, per rivederlo subito. Allora si poteva fare!
No, davvero non insistete: non lo so! Certe idiozie non si possono spiegare. Non lo so perché non ho mai comprato fino al 2008 una cassetta o un cd di David Bowie e non lo so perché ogni volta che lo vedevo storcevo il naso. Del tipo, passavano il video di Dancing in the streets con lui e Mick Jagger? Ballavo per casa e cantavo la canzone. Poi pensavo: “Mi sta sul cavolo il biondino! Chi si crede di essere?”

Forse perché avevo letto un suo brutto parere su Elton John (adoravo Candle in the wind e Your Song). O forse perché semplicemente era troppo perfetto. Biondo, bellissimo, canta, suona, balla… e cavolo anche meno! E poi che cosa avrai mai fatto per tirartela tanto? Chissà perché quasi tutti devono fare a gara a dire quanto ha influito David Bowie nella loro vita. Ma quanto sei pompato dalle major? E sei anche un vampiro in Miriam si sveglia a mezzanotte! Che cosa ho fatto di male per averti sempre fra i piedi?
Fatto sta che quando ho saputo che Axl Roses gli aveva dato un pugno in faccia perché ci stava provando con la sua ragazza ho comprato un cd dei Guns ‘n roses.
Non lo so perché, va bene? Avevo paura dei ragni e mi stava antipatico David Bowie. Mica deve essere tutto razionale nella vita no?
Nel 1996 raggiunsi un patto di non belligeranza. Era uscito “Umplugged in New York” dei Nirvana. Kurt sussurra a un certo punto “This is a David Bowie’s song” e partono con The man who sold the world.
Allora ci sta tutto! Uno che ha scritto qualcosa di così bello ha il diritto di tirarsela. E voi altri, che non sapete cosa significa stringere la mano all’uomo che ha venduto il mondo, muti!
Irrazionalità poetica. Per l’appunto.

Poi arriva la prima volta che vedo Zoolander; quando i modelli Ben Stiller e Owen Wilson si sfidano nell’underground malfamato del fashion gli serve un arbitro per la loto gara di “stile”. La battuta d’entrata di Bowie spacca: “Se nessuno ha obiezioni posso essere al vostro servizio”.
Punto, partita, incontro.
È la nota stonata di Keith Richards durante i Pirati dei caraibi, è “Lo so” di Han Solo, è il “Cristallino” di Tom Cruise in Codice d’Onore. Se siete cinefili. Se non lo siete problemi vostri.
Fatto sta che a quel punto David Bowie per me diventa David Bowie. E allora… toh! C’è una sua raccolta in offerta da Mediaworld, molti pezzi che non conosco, la prendo. Il giorno dopo è una fredda mattina del febbraio 2008, parto come tutte le mattine di allora alle 6.30 per andare a lavorare a Viterbo; dopo la colazione al bar metto il cd in macchina e… e… e ve lo dico dopo.
Perché c’è un prima e c’è un dopo. C’è un “Oddio che cosa mi sono perso, ma perché sono stato così idiota?” C’è il recuperare tutto quello che ha fatto almeno in mp3, c’è il risentire i pezzi nota per nota, c’è lo scoprire che nessuno riesce a spiegare il testo di Life on mars ma al contempo non c’è nessuno a cui non piaccia Life on mars, c’è Ziggy con i ragni di Marte, ci sono le foto con Tilda Swinton, c’è Fuoco cammina con me, c’è il rendersi conto, finalmente di cosa è David Bowie per questo mondo.

Non è un mito nello stile di Elvis… è qualcosa di diverso.
È qualcosa che entra nel mondo dei terrestri e li cambia senza che loro se ne accorgano troppo.
È quel qualcosa che mi sussurra all’orecchio: “Guarda che coglione!” quando sento qualcuno valutare la gente per il colore della pelle o per la sua religione o per i suoi gusti sessuali.
Quel qualcosa sono tutte le motivazioni per cui sapevo già che i paninari ansiosi di spendere milioni per dei piumini e che giudicavano gli altri per come andavano vestiti erano degli idioti, ma non le sapevo spiegare in modo apprezzabile.
È quella vocina che dice: “Consumi produci crepi, o vuoi vivere?” Con parole più ironiche e gesti più divertenti di Dylan o Springsteen. Ma non per questo meno efficaci.
Nella scoperta di David Bowie c’è un mondo che si allinea e capisci la differenza che c’era fra andare in discoteca con la giacca di Armani preoccupandoti che non ti versino il drink addosso e l’andarci con un bomber fosforescente facendoti correggere la Ceres con il gin.
Poi c’è la notte fra il 10 e l’11 gennaio 2016. Da tre giorni avevo Blackstar, ancora incellofanato perché alcune cose vanno ascoltate “per bene” e non di fretta.
Da un mese che sulla radio sento “Sono in paradiso […] ho tirato il cellulare di sotto, non è proprio una di quelle cose che ti aspetti da me?”
L’apertura del web con la sua invasione quotidiana di notizie ti ri-allinea di nuovo, stavolta nel mondo di merda che era prima che ci fosse David Bowie nella tua vita. Blackstar è ancora lì. Incellofanato. Scusatemi.

…Febbraio 2008… metto il cd nello stereo della Golf e imbocco la consueta superstrada. Parte l’arpeggio, poi: “Controllo di Terra al maggiore Tom, prendi le tue pillole proteiche e indossa il casco…”
Ciao! Anzi, addio! Cos’è sta roba?! Frena, accosta. Cosa cazzo ho sentito in questi 5 minuti?
Ricomincia.
“[…] Questo è il maggiore Tom al controllo di Terra […] le stelle sono diverse oggi, il pianeta terra è triste (/blu) e non c’è niente che io possa fare.”
Cosa cazzo è? Come si chiama questo pezzo? Space Odissey? No Space Oddity. Ma odissea è odissey e oddity è stranezza. Stranezza Spaziale! Anomalia Spaziale! G-E-N-I-O. Ma è recente? L’avrà scritta per questa raccolta? Millenovecentosessantanove.
Uno – nove -sei – nove?
Ricomincia.
“Dite a mia moglie che l’amo tanto lei lo sa! Questo è il controllo di Terra […] qualcosa è andato storto, puoi sentirmi maggiore Tom?”
No.
Riaccendo il motore, cambio rotta, torno a casa.
Stefania è ancora alle prese con il suo caffè: “Ale? Che hai fatto? Che hai dimenticato?”
“Niente, oggi ho da fare, non posso andare al lavoro.”
“Che hai da fare?”
“Devo ascoltare David Bowie.”
Le altre 28 canzoni:
Sornione
Velasquez
L’avvelenata
Time
Il giorno di dolore che uno ha
Heimat
Ci penserò domani
Meri Luis
The chauffeur
Off he goes
Ob-la-di, ob-la-da
The Times they are a changin’ – Things have changed
Rimini
The captain of her heart
The bard’s song
Stay. Faraway, so close
Il mio nome è mai più
Purple rain
Wish you were here
Fottuti per sempre
Canto del vuoto
Love will tear us apart
Curre curre guagliò
Riders on the storm
Le passanti
Runaway train
Contro il mondo
Certe Notti