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Cento canzoni di cui parlare: The times they are a-changin’ / Things have changed

Pubblicato il 30 Mag 2024

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[012/100]

Bob Dylan in questi giorni ha compiuto la veneranda età di 83 anni. Nel 2023 è uscito il suo più recente album Shadow kingdom, 61 anni dopo il suo debutto con l’omonimo Bob Dylan.


Rappresentano l’ultimo e il primo di quaranta album “in studio”, oltre a loro trovano spazio nel tempo dylaniano: 16 album live, 22 raccolte, 4000 concerti live, 8 Grammy awards, un Premio Oscar, un BAFTA, un Golden Globe,  qualche romanzo/poema/raccolte di poesia/saggi a sua firma e qualche inevitabile apparizione cinematografica, circa un migliaio di biografie ufficiali e non ufficiali in diverse lingue, un premio Pulitzer, una medaglia Presidenziale degli Usa, un Kennedy Center Honor, due dottorati honoris causa (uno a Princeton e l’altro a St. Andrews in Scozia), il premio Principe delle Asturie, il film biografico “Io non sono qui”  di Todd Haynes anch’esso pluripremiato in tutto il mondo, il titolo di Cavaliere della Legione d’onore e il ruolo di Commendatore dell’Ordine e delle Arti assegnati dalla Francia, Il secondo posto come miglior artista del millennio assegnato dalla rivista Rolling Stone (è stato preceduto dai Beatles), una conversione al cristianesimo e un ritorno all’agnosticismo nel giro di un anno, 2 matrimoni e 2 divorzi, 5 figli dalla prima moglie Sara (di cui una adottata dal primo matrimonio di lei)  e una figlia dalla seconda moglie Carol.
A tutto questo c’è poi da aggiungere la classica ciliegina sulla torta, ovvero quella di essere stato il primo songwriter della storia a vincere un Premio Nobel (nel 2016… inviò la sua amica di sempre Patti Smith a ritirarlo che si fece travolgere dalla commozione sulle parole di A Hard Rain’s gonna fall).

Bob Dylan è in poche parole la Storia del mondo occidentale dopo la WWII. Con tutte le sue contraddizioni ovviamente.
Una storia che nasce nella contestazione giovanile degli anni ’60 e finisce con concerti da 500 dollari a biglietto. Ma anche qui nessuna meraviglia, ha sempre fatto parte di Mr Dylan provocare, spiazzare, giocare a sorprendere anche quando si rasentano i limiti del surrealismo.

Basta ricordare che alla fine della sessione di registrazione di uno dei suoi pezzi più famosi, in cui è ripetuto continuamente il mantra di essere “stoned” (they’ll stone you when you’re  trying to be so good […] everybody must get stoned!) il mixerista chiese “Ok Bob allora come la salviamo questa traccia? Stoned? O preferisci everybody must get stoned?”, lui rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo: “No, questo pezzo si chiama Rainy day woman number 13 and 35“. Inutile aggiungere che nel testo non sono mai nominate “donne della pioggia” e neanche quei numeri.

Che il premio Nobel fosse strameritato lo abbiamo sostenuto fin dal 2000, quando il suo genio poetico e sfogò nella meravigliosa Things have changed  (premio oscar per la migliore canzone, dal film Wonder Boys) tutta la delusione per le cose non andate come avrebbero dovuto.
Una netta contrapposizione, forse anche una sua giustificazione non dovuta se vogliamo, ma comunque sia un atto di accusa a se stesso alla sua generazione  rispetto a quello che è uno dei suoi mantra più famosi, ovvero The Times They are a-changing.

[Photo By Elsa Dorfman – Own work, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1724930]

 

Se nel 1964 i tempi stavano cambiando, nel 2000 le cose sono cambiate.
E su come siano cambiate lo sappiamo tutti fin troppo bene.  Non ci addentriamo in analisi politiche e sociali, basta la poesia dylaniana per farlo ed è solo uno dei tanti esempi nell’immensa produzione de Il menestrello di Duluh di quale livello sia.
Questo impietoso confronto fra il Dylan ventitreenne pieno di speranze e quello cinico e disilluso sessantenne vale come un intero corso di filosofia o sociologia; c’è il j’accuse ai governanti di allora che si trasforma nel  totale disinteresse verso chi ha tradito una generazione, c’è la differenza fra il fare una rivoluzione o aspettare di subirla, c’è l’invito a dare una mano che si trasforma nella consapevolezza di avere una mano perdente. E soprattutto c’è il cambio di prospettiva: dal collettivo al singolo.
Dalla consapevolezza di potenza al plurale, alla consapevolezza di inutilità al singolare.
Alla fine di un doppio ascolto dei due pezzi ragionato (ve la proponiamo in salti temporali di 36 anni, cinque strofe del 1964 alternate ad altre cinque strofe del 2000) ci poniamo inevitabilmente una domanda. Quale dei due Bob Dylan ha ragione? 

La risposta per noi è inevitabile. Entrambi.

1964 – The Times they are a-changin
Gente, venite qui attorno/ da dovunque state vagando./ Ammettete che le acque intorno sono salite
e accettate che presto/sarete inzuppati fino alle ossa./ Se vale la pena risparmiare tempo/ Imparate a nuotare o affonderete come pietre. / Perché i tempi stanno cambiando

2000 – Things have changed
Un uomo preoccupato con un animo preoccupato/ Nessuno di fronte a me e niente dietro/ C’è una donna sul mio grembo e sta bevendo champagne/ Ha la pelle bianca e gli occhi di assassina /Io guardo in alto verso i cieli di colore blu zaffiro/ Sono vestito bene ed aspetto l’ultimo treno

1964
Venite, scrittori e critici/ che profetizzate con le vostre penne / E tenete gli occhi aperti / perché non avrete altre chance/ Non parlate troppo presto,/ la ruota sta ancora girando/ Non si può dire chi sarà nominato,/ Il perdente di oggi sarà il vincente di domani./ Perché i tempi stanno cambiando

2000
Me ne sto sul patibolo con la testa nel cappio/ Da un minuto all’altro mi aspetto che si scateni l’inferno/ La gente è pazza ed i tempi sono strani/ Sono bloccato, sono fuori gioco/ Ero solito preoccuparmi, ma le cose sono cambiate/ Questo posto non mi fa bene

1964
Venite senatori, uomini del congresso/ per favore ascoltate il richiamo/ Non fermatevi all’ingresso/ Non ostruite l’entrata/ Perché colui che si farà male/ sarà colui che ha temporeggiato /La battaglia al di fuori infuria/ Presto romperà le vostre finestre/ e farà tremare le vostre mura./ Perché i tempi stanno cambiando

2000
Sono nella città sbagliata, dovrei essere ad Hollywood/Solo per un attimo pensavo di aver visto qualcosa muoversi/ Devo prendere lezioni di danza, ballare il jitterbug rag/ Niente abiti corti, devo vestirmi in lungo/ Solo uno stupido qui dentro penserebbe di avere qualcosa da dimostrare/ E’ passata troppa acqua sotto i ponti, ed anche un mucchio di altra roba/ Non vi alzate signori, sono solo di passaggio/ La gente è pazza ed i tempi sono strani/ Sono bloccato, sono fuori gioco/ Ero solito preoccuparmi, ma le cose sono cambiate

1964
Venite madri e padri/ attraverso la nostra terra/ E non criticate quello che non potete capire/ I vostri figli e le vostre figlie/ sono oltre il vostro controllo/ La vostra vecchia strada sta rapidamente invecchiando/ state fuori da quella nuova/ se non potete dare una mano./Perché i tempi stanno cambiando.

2000
Ho camminato sulla cattiva strada per quaranta miglia/ Se la Bibbia dice il vero il mondo sta per esplodere/ Sto cercando di fuggire il più lontano possibile da me stesso se posso/ Certe cose sono troppo bollenti perché le si possa toccare/ L’animo umano non può reggere tanto/ Non si può vincere con una mano perdente/ Sento che mi innamorerò della prima donna che incontro/ la metterò in una carriola e me la porterò per la strada/  La gente è pazza ed i tempi sono strani/ Sono bloccato, sono fuori gioco/ Ero solito preoccuparmi, ma le cose sono cambiate

1964
La maledizione è lanciata/ Ciò che va lento ora/ presto andrà veloce/  Il presente di oggi/ presto sarà passato/ L’ordine sta rapidamente tramontando/ E il primo di oggi/ sarà l’ultimo di domani/ Perché i tempi stanno cambiando.

2000
Basta poco a ferirmi, solo che non lo do a vedere/ Si può ferire qualcuno senza neanche accorgersene/ I prossimi sessanta secondi potrebbero durare un eternità/ toccherò il fondo, volerò alto/ Tutta la verità nel mondo risulta un’unica grande menzogna/ Sono innamorato di una donna che nemmeno mi piace/ Mr. Jinx e Miss Lucy  sono finiti in un lago/ Io non sono così impaziente di commettere un errore/ La gente è pazza ed i tempi sono strani/ Sono bloccato, sono fuori gioco /Ero solito preoccuparmi, ma le cose sono cambiate

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