Terni non è Barcellona o Madrid. E non è neanche Roma, Torino, Napoli o Milano.
Non è neanche una di quelle provincie più piccole ma con una storia blasonata di titoli vinti nel mondo del calcio alle spalle. Firenze, Genova, Cagliari, Bologna tanto per fare degli esempi.
E infine non è neanche una di quelle provincie senza grandi titoli ma con un utenza di spettatori importante: Palermo, Udine, Brescia. Anche l’odiata Perugia ha una provincia con tre volte gli abitanti di quella di Terni.
Però, se ragioniamo in termini di percentuali, diventa più facile far comprendere ai forestieri cosa significa la squadra Ternana Calcio per gli abitanti della Konka.
Molti sono rimasti impressionati dal fatto che il primo turno del play out fra Bari e Ternana abbia registrato il record stagionale di spettatori per la serie B 2024. Circa 33mila. Più degli spettatori per le partite del Parma e del Como, compagini che sono andate in serie A.
Bari ha una provincia di un milione e duecentomila abitanti circa. Significa che sono andati allo Stadio circa il 2,7% di loro. Una tifoseria molto calda, quella barese, è noto a tutti.
Terni ha una provincia di 216mila abitanti.
Aver accolto 13mila persone (tutte ternane) allo stadio Libero Liberati per il playout di ritorno significa che il 6,0% degli abitanti della provincia si è recato allo stadio.
Tanto per capirci, se la cosa fosse “normale” a Bari, una settimana prima ce ne sarebbero andate 72mila.
Sarebbe come se in un derby Roma – Lazio si recassero ogni volta allo stadio 252mila persone.
E sono numeri bassi per Terni, perché negli ultimi anni le gestioni demenziali di “Longarini & Co.” hanno allontanato molti tifosi dallo stadio.
Se oggi è impossibile ripetere il record assoluto della partita Ternana – Roma del 1973 con 39mila spettatori (anche perché nel frattempo è stata ridotta la capienza dello stadio è stata ridotta per motivi di sicurezza) , può restare a far punto di riferimento il record di Serie C del liberati, il derby Ternana – Perugia della stagione 1991/92: 25.307 spettatori. (11.7% della provincia, come se ad un Roma -Lazio assistessero 490mila spettatori).
Poi ci sono le trasferte, prima fra tutte quella di Cesena del 1989, quando in uno spareggio di C2 (!!!) si spostarono all’incirca ventimila ternani per veder vincere contro il Chieti le mitiche fere allenate da Claudio Tobia che tutt’oggi restano un punto di riferimento per tutti i tifosi rossoverdi.
E parliamo di serie C2. Non di scudetti o di finali di champions league, ma di una misera promozione dalla serie C2 alla serie C1.
Tutto questo conta poco o nulla per i risultati sul campo, lo sappiamo. “La fredda cronaca”, come avrebbe detto Frengo (il mitico personaggio di Albanese, tifoso del Foggia su Mai dire gol), parla fin troppo chiaro.
Ternana 0 – Bari 3. Ennesima retrocessione in serie C dopo aver visto l’ennesimo improbabile fanfarone che millantava serie A e chissà che altro nel futuro delle fere. E non ci riferiamo certo al povero Guida che sembra da queste parti per puro caso.
Chi segue le fere ha visto personaggi di dubbio gusto avvicendarsi alla guida della società a volte anche per coprire persone che non potevano per motivi legali apparire alla presidenza; li ha visti distruggere squadre a un passo dalla serie A perché non se la poteva permettere, li ha visti minacciare giocatori per non aver accettato ridimensionamenti del contratto, ha visto retrocessioni mirate e promozioni altrettanto mirate in base ai sequestri legali delle quote societarie. Poi ne ha visti altri che arrivavano in elicottero cambiando nome alla squadra e promettendo la serie A beccandosi poi una retrocessione in faccia; li ha visti anche rimediare in parte ai loro errori per poi commetterne di peggio… tutto questo negli ultimi venti anni ci ha portato ad avere ha un cuore di pietra che difficilmente riesce ad entusiasmarsi. A meno che non sia per un gol contro il Perugia.
Non ci saremmo voluti andare allo stadio ieri sera. Ma poi, ci diciamo: “Ma cos’è? Non avrai mica paura di una retrocessione?” Quindi ci siamo legati al collo ancora una volta quella sciarpetta rossoverde comprata per cinquemila lire in più alle cinquemila per il biglietto omaggio che gli ultras riciclavano sottobanco vicino allo stadio la domenica mattina, (era il 1987 serie C2, D’Amico – Di Canio coppia di attacco della Ternana, promozione sfuggita per un soffio) e via. Ancora una volta sugli spalti. Ancora una volta accalcati nell’attesa del fischio d’inizio, ancora una volta a mordersi la lingua per il cretino che insulta Iannarilli (che se non era per le sue parate eravamo retrocessi da due anni), ancora una volta a bestemmiare per una formazione catenacciara senza capo né coda e soprattutto senza punte, per difendere il pareggio.
Sì, perché il tifoso ternano è questo. Ne ha viste così tante che le cose le sa fin dall’inizio, lo sa bene quanto si dovrà arrabbiare, con quel centrocampista che gioca controvoglia, o con quel difensore che non sa marcare: “Che cazzo di semirovesciata Di Cesare, e ha pure quarantun anni!” “Sì, ma porca di quella troia se Dalle Mura lo marca a dodici metri la rovesciata la fa anche a sessanta anni“.
Il tifoso Ternano è il perfetto prototipo del tifoso italiano medio. Sappiamo tutto del calcio, siamo allenatori professionisti, molto meglio di chi guida la squadra. Ma il problema è che qui spesso è proprio vero visto chi viene messo alla guida della squadra dai tristi personaggi di dubbio gusto di cui sopra.
Anche stavolta non ce la facciamo a subire la delusione fino in fondo, Ricci non si è ancora girato che è già chiaro che Favasuli non lo può tenere. Abbiamo già preso le scale in uscita mentre il centinaio di baresi bianco e rossi esultano per il secondo gol che chiude la partita
Accendere la moto e andare a casa, altro che birra in centro maledetti amici portasfiga. “Ci vediamo dopo un cavolo”. Ma state zitti no? Che vi costa? Ah già dimenticavo non sono scaramantico, che porta sfortuna essere scaramantici. Ma come la spieghi una stagione, anzi due stagioni così?
La testa pelata di Bandecchi che sputa ai tifosi della curva. Ecco come la spieghi. “E l’ho pure votato al ballottaggio” penso. Sì, speravamo che una volta sindaco rinsavisse e che tanto peggio dei neo fascisti non potesse fare. Chi vive sperando… per l’appunto.
Come la valuti una stagione così? Lucarelli che sbaglia tutto in una maniera così assurda che forse lo fa apposta, ti viene da pensare. Guida che arriva e dicono che non abbia neanche i soldi per l’interregionale altro che serie B, ma tanto ci sono i soldi di Bandecchi che copriranno, dicono. Eh si se ne dicono sempre tante.
Giocatori spaesati, fuori ruolo, troppo giovani o troppo vecchi. Che quando li prende in mano Breda, subentrato alla dodicesima del girone di andata, sembrano anche funzionare, ma poi glie li tolgono a gennaio dandogliene altri, ma cos’è? Il mercatino di porta portese? Ma ce l’avete un progetto? E comunque sembra che riesca a far qualcosa anche con questi altri il Breda dagli occhi blu. Poi mette fuori il bomber Raimondo per motivi sconosciuti, si intestardisce in formazioni difensive senza capo ne coda. Vince dove serve di meno, sbaglia tutti gli scontri diretti … Le colpe di Lucarelli sono finite da un pezzo: Ascoli e Sud tirol sono sconfitte solo sue.
Non è la retrocessione a far paura, è l’assoluto nulla dietro. Chi pagherà l’iscrizione in serie C? Bandecchi? O sarà l’ennesimo fallimento della società?
Dicono che non c’è pericolo. Dicono. E se ne dicono sempre tante.
Ma la Konka non merita questo. Non merita buffoni e saltimbanco che usano la popolarità acquisita per i loro fini. Non merita cialtroni che confondono sport, sanità, università e politica.
Forse ci meritiamo anche di sparire perché in cento anni di passione popolare così enorme non siamo mai riusciti a coagulare un vero movimento finanziario che salvasse sempre il salvabile a prescindere dalla gestione. Ci siamo fatti sfuggire tutto ciò che di buono ci è capitato e forse ci siamo meritati ogni singola retrocessione che al di là di arbitri e Var impresentabili è sempre stata colpa nostra.
Forse ci meritiamo anche di scomparire dal calcio.
Però questi saltimbanco no. Scusate ma non ce li meritiamo davvero.