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Cento canzoni di cui parlare. Fottuti per sempre (ma il rock’n roll non morirà mai)

[020/100]

Pompa il debito, credi alle favole 
Che il mondo si cambi senza lottare
Evitando le offese, le parolacce
Le desinenze problematiche 
Quando in giro ci sono ancora padroni e sfruttati
Licenziamenti via SMS, fabbriche svuotate
E quattro morti sul lavoro ogni giorno 
Quando in giro ci sono sempre più persone deboli economicamente
Che è il modo che hanno i ricchi per dire poveri.

Ho un attimo di smarrimento.
Devo guardare il calendario, è il 2024 e non è il 1977, giusto? Giusto.
Sono su you tube aprendo un link che che mi hanno girato su whats up, non sono ad una riunione del Partito Marxista Leninista Italiano.
Non è una canzone che viene dai riot degli anni 2000, non è un remake di un pezzo di Bertoli o Lolli violentato con la musica techno, prima o poi mi aspetto che succeda anche quello.

Lo stato sociale…  ah quelli che erano andati a Sanremo qualche anno fa. Pensa un po’ lo so pure io, che non guardo quasi mai Sanremo. E adesso cos’è vogliono far credere che si chiamavano così non per caso? Ma dai… forse sarà un disco vecchissimo che avevano fatto prima di diventare famosi e… 2023. L’anno scorso. Ok, sentiamo qualcos’altro di quest’ultimo album, com’è che si chiama? Stupido Sexy Futuro, con i titoli ci sanno fare, non c’è dubbio!

Rubo sempre al frigo bar dentro a un albergo
Bevo tutto quello che mi viene offerto
Ti tradisco e molto spesso mi diverto
Ops, l’ho detto
Per la musica ma anche per il successo
Per l’amore ma più speso per il sesso
Chi parla di famiglia naturale è un gay represso
Ops, l’ho detto
Il desiderio poi ti passa con una sega
Siamo tutti una razza unita, unita nella sfiga
E chi non l’ha capito o è scemo o della Lega
Ops, l’ho detto
E tutte ste canzoni
Quanto rompono i coglioni
E i tradimenti sopravvivono anche ai grandi amori
Quando ci sentiamo vuoti dentro andiamo fuori
Sai, la gente è strana
Fattelo dire da un figlio di puttana

 

Ordino il cd, dentro alla confezione minimale ci sono testi raccolti in un volantino come se fossero le offerte del supermercato. Ok, ragazzi mi avete conquistato, divento un vostro fan che questa roba è veramente forte e… eccalallà, appena fatto in tempo a scoprirli che leggo sulla loro pagina Wiki che hanno annunciato il ritiro a tempo indeterminato dalle scene.

E basta leggere il testo di Fottuti per sempre vero capolavoro di un bellissimo album per capire perché.

La prima volta che vai a Sanremo
Sei una bomba che esplode in un convento
Dalla seconda volta sei già
Un coglione che fa parte dell’arredamento
Ecco voi cinque poveracci
Vestiti con gli abiti degli sponsor
Ridere ai fotografi sui tappeti rossi
Era meglio se morivano giovani e stronzi
Fottuti per sempre, famosi per gioco
Non è vero che la musica ti salverà
Manca la consonante per indovinare
Il nome della nostra band e vincere l’Eredità
Non credere a niente quando tutto è una moda
Spendi tutti i soldi e fotti la celebrità
Non c’è niente di vero a parte le canzoni
Che scrivi a sedici anni sopra ai cessi di un bar
Così stupido e bambino da crederci davvero
Che il rock and roll non morirà
Che il rock and roll, ma va là

Ovviamente c’è da capirli, chi glie lo fa fare di stare a lottare per cercare di cambiare il paese a forza di canzoni quando il 50% degli abitanti di quel paese è un analfabeta funzionale che magari canticchia anche le loro canzoni fra un “Quando c’era lui…” e un “Ormai qui è pieno di negri”?
Lo so ragazzi è dura, e considerate che voi il vostro warholiano quarto d’ora di celebrità, lo avete avuto. Cosa dovrebbe dire chi continua a spalare e merda e proporre poesie senza un palasport ad ascoltarlo?
E poi diciamocela tutta, solo uno stupido  bambino può credere che il rock’n roll non morirà mai? Forse… ma se voi avete fatto questa roba nel 2023, è proprio perché il rock’n roll non è morto.
Lasciate perdere il ma va là (geniale peraltro) e rileggetevi piuttosto.

Eravamo giovani, ingenui, arrabbiati, allegri e disperati
Credevamo che i soldi fossero il male
Odiavamo chi sventola le manette
Chi ha sempre qualcuno da condannare
Eravamo dalla parte di chi non ha niente
Non importa l’appartenenza sociale, l’identità sessuale
Avevamo letto da qualche parte
“Un uomo è ricco in proporzione al numero
Di cose delle quali può fare a meno”
Ma anche che il sistema schiaccia chi non ha denaro
E si serve di chi è povero di pensiero
Credevamo di poter parlare di tutto senza qualificarci
E senza inginocchiarci davanti al progresso
Le idee non sono discoteche
Non fanno selezione alla porta d’ingresso
Credevamo che ci si salva solo insieme
Che la felicità è sovversiva quando si collettivizza
Che la libertà di lamentarsi di ogni cosa
Non avesse niente a che fare con la libertà
Che essere diversi fosse un diritto
Non una scusa per attaccare chi non ti ha capito
Volevamo cambiare tutto
Non riempire un altro vuoto di mercato
Andavamo a un concerto sconvolti come un rito sciamanico
E alla fine dormivamo alla stazione
Pensavamo che la vita sulla terra
Non dipendesse da come andavano i sistemi economici o politici
Ma dal brillare del sole
Eravamo giovani, giovani o pazzi
Ma avevamo ragione

Chapeau, avevate ragione. Ma avevamo ragione anche noi a Genova nel 2001, i Rage Against the Machine oltre oceano, Andrea  Pazienza negli anni 80, Pete Seeger negli anni 60… restate qua ragazzi, c’è bisogno di voi per continuar a spalar via la merda da questo mondo.

Lo stato sociale – Fottuti per sempre

 

Le altre 19 canzoni:

Sornione
Velasquez
L’avvelenata
Time
Il giorno di dolore che uno ha
Heimat
Ci penserò domani
Meri Luis
The chauffeur
Off he goes
Ob-la-di, ob-la-da
The Times they are a changin’ – Things have changed
Rimini
The captain of her heart
The bard’s song
Stay. Faraway, so close
Il mio nome è mai più
Purple rain
Wish you were here