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Cento canzoni di cui parlare. Canto del vuoto

Pubblicato il 8 Ott 2024

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[021/100]

 

 

A tutti quei giorni passati a studiare, pensare, cazzeggiare, flirtare, litigare in case dalla dubbia abitabilità che lasciano il segno nelle vite di migliaia di studenti modificandone inevitabilmente le vite per sempre.
A quelle canzoni troppo fuori dalla heavy rotation per poterle capire fino a fondo, ma che sapevi che stavano parlando di te.
A  tutte quelle persone entrate e uscite dalla vita come se ci fosse una porta girevole,  ma che comunque restano dentro di te per sempre. Anche quelle stronze.
A quei quattro fottutissimi esami che non ho più sostenuto.
Agli Ustmamò, per cui ho visto anche ragazzi piangere per il loro scioglimento.
E questa è uscita così… perché di certe canzoni… quelle che rimangono propio laggiù nei tuoi posti più intimi e segreti non riesco a parlarne in maniera lucida, posso solo metterci intorno un racconto miscelando ricordi veri di tante persone e ricordi falsi di cose che potevano essere ma non sono state. Come si deve fare sempre, dicono i maestri, quando scrivi di cose “troppo” tue.

 

 

“Johnny?!”
“Oh?”
“Vieni? Andiamo in centro!”
“See, sto studiando.. figurati!”
“Sei sotto esame?”
“Più o meno…”
“Che vuol dire più o meno? O hai l’esame o non ce l’hai!”
“Lascia stare, ho lo Zwirner intero da studiare in un mese, mi sogno gli integrali anche la notte!”
“Secchione che sei… vabbè, passo a prendere Cinzia e vado!”
“Cinzia? Ma c’è anche…”
“Sì c’è anche la sua amica con i capelli rossi. Quella che ti piace!”
“Mi piace… esagerato, vabbè è carina ora non cominciare a…”
“Sì vabbè, dai! Vieni!”
“Mmmmfff vabèè… no. Dai no, cazzo, devo studiare.”
“Così mi fai preoccupare, dai che quella ci rimane male!”
“No Gimbo. Dopo semmai… vi raggiungo al Joke!”
“See figurati… già ti vedo, con il barattolo di Nutella e il cucchiaio in mano a guardare Blu Notte tutta la sera.”
“Ciao Gimbo!”
“Ciao, però mi preoccupi!”

 

Lasciar passare, sorvolare,
perdere tempo e non cercare
Non si sa poi bene cosa
Tempi infiniti a guardare
le nubi soffici e leggere
Tempeste che ritardano a scoppiare

 

“Ripetimi tutto Johhny per favore che con questa storia ti devo prendere per culo finché non muori!”
“Ecco lo sapevo che non dovevo dirti un cazzo Giulio!”
“No davvero, non ci credo. Hai fatto del tutto per conoscerla, gli rompi le scatole, ti ci ritrovi a dormire insieme e non ci fai nulla?”
“No perché sono diventato gay improvvisamente, va bene? Ti va bene così?”
“Dai Johnny spiegami… mi avevi detto che ti piaceva ed in pizzeria, quando c’ero anche io, non vi siete mollati gli occhi di dosso, poi che è successo?”
“Non è successo nulla.”
“L’ho capito che non ci hai fatto nulla!”
“Non intendevo in quel senso, intendevo che non è successo nulla, mi piaceva e mi piace, però ieri sera mi è presa strana… e credo proprio che lei ci sia rimasta male!”
“E grazie al… anzi all’assenza del…”
“Giulio vaffanculo, pensavo che un cervello ce lo avevi e non eri un morto di figa come gli altri.”
“Va bene, dai. Seriamente. Racconta per bene!”
“Mmm…. vabbè dopo la pizzeria con Gimbo  abbiamo riaccompagnato a casa le ragazze e ci dicono di salire… solo che c’era tipo una festa… sembrava che a casa loro si fosse data appuntamento mezza università… sai com’è Marianna quando fa gli inviti no? ‘Vieni porta chi ti pare’ e poi la gente porta chi gli pare… e bum! La casa esplode. Hai presente?”
“Sì… sarà tipo la decima volta che succede a casa di quelle matte!”
“Vabbè Desy, non è matta… e infatti non è che era proprio contentissima di trovare per l’ennesima volta la casa invasa. Comunque non è che potevano cacciare via tutti no?”
“Sì ma questo…”
“Aspetta… insomma, si fa tardi, qualcuno comincia ad andarsene, da sopra cominciano a protestare e allora abbassiamo la musica, ci calmiamo e ci ritroviamo in un gruppetto in sette .. ottto… boh forse anche qualcun’altro. Ci mettiamo seduti sul pavimento a bere qualche birra, fumare e fare quei giochi stupidi del cazzo. L’indianata… obbligo o verità.. sta roba qui.”
“Beh.. un classico!”
“Sì, anche due palle direi… comunque che fai? Ci devi stare no? Insomma era già da un po’ e qualcuno cominciava a sbadigliare che Cinzia fa: ‘Oh non abbiamo fatto l’obbligo di verità a Desy!’ Desy le fa il dito medio e le dice che è una stronza, ma ormai ci deve stare. L’amica le chiede: ‘Dai Desy, dicci la verità, ti piace Johnny che poveretto si ritrova qui solo perché ti fa la corte?’ Tutti si sganasciano dalle risate. Compreso io, anche se avrei voluto tirarle una bottiglia in fronte. Quando cala appena il silenzio Desy guarda Cinzia e parla come se stesse parlando con lei da sola: ‘Direi che è la persona più figa del mondo, è l’unico ragazzo che conosco a cui do un dieci pieno sotto ogni punto di vista’.”
“Porcatroia!”
“Ecco esatto, porcatroia. Sono rimasto impietrito mentre tutto intorno era un delirio, Marianna che diceva ‘via ragazzi lasciamoli soli che questa è la camera di Desy’ quello stronzo di Gimbo che ha urlato ‘Vai Johnny!’ e mi ha tirato un preservativo che aveva in tasca e in pochi secondi siamo rimasti soli a guardarci negli occhi.
“E poi?”
“E poi lei si è alzata, è andata verso il suo letto senza dire nulla e si è distesa sul letto, di fianco. Guardandomi in silenzio.”
“E quindi?”
“E quindi mi sono alzato mi sono sdraiato con lei l’ho abbracciata stretta. Lei non ha detto nulla, io non ho detto nulla. Poi dopo un po’ dormiva sul mio petto. Mi sono addormentato anche io, e la mattina non c’era più. Non c’era più nessuno in casa, solo Marianna che mi ha detto che Desy era uscita perché il giovedì ha lezione presto.”
“E tu?”
“Sono tornato qui.”
“Ah, ok. Capito tutto.”
“Che hai capito?”
“Ho capito.”
“Che cosa hai capito?”
“Che tu i riccioli biondi e gli occhi azzurri non te li togli dalla testa.”
“Ma che c..”
“Eddai Johnny, hai avuto paura.”
“Ma di che parli?”
“Che aspetti ancora riccioli biondi e occhi azzurri e hai paura di una storia seria perché poi dovresti accannarli se tornano indietro. E se mi richiedi ancora di che cosa sto parlando ti stai prendendo in giro da solo.”
“Però Desy…”
“Col cazzo che ti richiama se è in gamba la metà di quel che mi hai detto.”

 

Meglio svanire in questa indefinita età
A immaginare quello che potrebbe essere
Meglio sperare nella propria identità
Che compromettersi per poi sbagliare e perdere

 

“Johnny, hai sentito di Bico?”
“Che è successo?”
“Ha mollato, è tornato a casa.”
“Perché? Aveva appena dato Fisica 2, non era messo male!”
“Hanno licenziato il padre, non si può più permettere di stare qui!”
“Cazzo Gimbo… ma non poteva trovare un appoggio?”
“E chi glie lo da? Lo ospiti tu? Non c’è posto per quelli che pagano, figurati per chi non ha i soldi!”
“Ma cavolo, con tutte le persone che conosce, fra il Joke e l’associazione degli studenti…”
“Ancora!”
“Ancora cosa?”
“Ancora pensi che quelli sono amici. Tutti stronzi Jonnhy. Sono tutti stronzi qui.”

 

Come non potere più spiegare
Ali che non servono a volare
Sogni che non sogna mai nessuno
Modi di pensare questa vita
Come non potere più aspettare
Cose che ritardano a venire
Lenti mutamenti di stagione
Una qualche verità

 

“Quindi Gimbo tu hai presente le scalette del Joke, giusto?”
“Certo!”
“C’era Desy che stava litigando con questo tizio con cui usciva da una settimana e…”
“Ma chi era?”
“Ma un burino, non era dell’università. O per lo meno non credo. Comunque, un attimo che la musica era appena più bassa lei gli urla qualcosa, tipo ‘pezzo di merda’ e questo pam, le molla uno schiaffo, poi le mette una mano al collo come se la volesse strangolare.”
“E Johnny ha visto tutto?”
“Esatto li stava tenendo d’occhio da un po’… beh tu sai com’è Johnny quando gli parte la testa no? Considera che aveva anche aveva bevuto un bel po’ di birre, insomma… arriva di corsa gli prende il braccio con cui teneva Desy e… non so quanti danni gli abbia fatto, però considera che il tizio ha urlato così forte che hanno fermato la musica.”
“Cristo santo Giulio…”
“E non è nulla, gli ha sbattuto la faccia contro tutti i muri, dalle scalette all’uscita del Joke dove lo ha scaraventato addosso a una macchina parcheggiata sfondando lo sportello di questa.”
“Ha fatto il supereroe!”
“Si un supereroe che ora è in ospedale dopo aver preso tre coltellate, due alle chiappe per fortuna… ma una gli ha sfiorato il fegato, gli è andata di lusso!”
“Cosa?”
“Eh sì, il tizio aveva degli amici infami che lo hanno sistemato per bene. Poi spariti tutti, prima che noi potessimo solo uscire dal locale.”
“Ma che cazzo, cosa si mette a fare che neanche stavano insieme!”
“E che vuol dire Gimbo vedi una tua amica che prende un ceffone…”
“Vabbè ma anche separarli e basta, no? Non c’era bisogno di massacrarlo!”
“Oh, ma da che parte stai?”
“Vabbè che c’entra… ma fra noi ce lo possiamo dire no? Johnny è strano. Ed anche imprevedibile, e poi quando parte di testa…”
“Gimbo, mi sa che sei diventato uno degli stronzi che dici sempre!”
“Va a cagare Giulio. E comunque Desy in tutto questo che fine ha fatto?”
“Sparita. Come quegli infami.”
“Vedi?”
“Vedi cosa?”
“Farsi i cazzi propri è sempre meglio”
“Ecco, sei uno stronzo. Senza se e senza ma.”

 

Ora persi nel mare profondo
Ora in alto a sfiorare le cime
Abbracciati al tempo che passa
Aspettando una buona ragione

 

“Ciao Desy.”
“Entra.”
“Com’è successo?”
“Stava male. Non lo aveva detto a nessuno.”
“Ma una malattia così grave non poteva tenerla nascosta.”
“Parrucca. Trucco. Abiti larghi. Marianna pesava trentasette chili gli ultimi giorni che stava qui.”
“Ma quanti anni aveva?”
“Ventinove”
“Quando c’è…”
“Non c’è il funerale. Domani mattina gli amici dicono due parole nel giardino dell’Abraxas e poi la portano a cremare.”
“Ma la famiglia?”
“Non credo verrà nessuno, si sono sfanculati diversi anni fa quando i suoi avevano scoperto che non aveva mai dato neanche un esame.”
“Che tipa che era…”
“Mi mancherà tanto”
“Mancherà a tutti. Vabbè Desy, vado dagli altri a dire dove salutarla.”
“Johnny…”
“Oh?”
“Non… cioè…”
“Dimmi.”
“…”
“Resto?”
“Resta.”

 

Lasciarsi andare, dondolare
e continuare a galleggiare
Scivolando sulle cose
Abbandonati a immaginare
un’altra strada da seguire
Lasciando quel che resta sempre uguale

 

“Allora i poster vendili a buon prezzo Giulio. Soprattutto quello di Fear of the Dark, ci fai ventimila lire buone con quello”
“See… se trovo un metallaro sfigato!”
“Oh, ci hai vissuto cinque anni con un metallaro sfigato!”
“Appunto, speriamo di aver già dato in questa vita!”
“Salutami quella testa di cazzo di Gimbo!”
“Semmai dovesse apparire non mancherò di mandarlo a fare in culo da parte tua.”
“Dai, ci si rivede quando torno a dare gli ultimi esami.”
“Eh Johnny vedi di darli, non è che perché hai trovato lavoro non ti laurei più.”
“Ma sì che mi laureo, anche se sono quattro esami tosti!”
“Mmm… mi sa che fai come Guccini!”
“Fammi grattare, menagramo! E comunque vediamo di restare in contatto”
“Ecco bravo, che qui è un attimo finire nella parte degli stronzi.”

 

Come non potere più spiegare
Ali che non servono a volare
Sogni che non sogna mai nessuno
Modi di pensare questa vita
Come non potere più aspettare
Cose che ritardano a venire
Lenti mutamenti di stagione
Una qualche verità
Ora persi nel mare profondo
Ora in alto a sfiorare le cime
Abbracciati al tempo che passa
Aspettando una buona ragione

 

Ustmamò – Canto del vuoto

 

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