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Cento canzoni di cui parlare. Stay (Faraway, so close) o dell’eterna confusione delle emozioni

[016/100]

Piccola storia breve per cui esiste un doppio finale.
“Una volta l’amore chiese all’amicizia: a cosa servi tu se ci sono già io?”
Finale leggero: “E che ne so? Birretta?”
Finale pesante: “A sistemare i danni che combini tu.”


[in foto: consiglio di lettura fondamentale per capire, ammesso che si possa capire, quando serve leggerezza e quando non si deve essere superficiali nella vita]

Poche sono le cose che rimpiango dei miei diciotto anni (non perché siano stati brutti tutt’altro, semplicemente perché i rimpianti hanno poco senso in generale), una di queste sono le granitiche certezze filosofiche, etiche e morali che allora illuminavano il mio percorso di vita:
–  gli U2 erano indiscutibilmente la rock band migliore di tutti i tempi;
Salvatore Schillaci era il calciatore più forte di tutti;
– ero fermamente convinto dell’assioma: “non può esistere l’amicizia fra uomo e donna.”

(Ovviamente le rimpiango nello stesso senso in cui prenderei volentieri la pillola “Italiano Medio” decantata da Maccio Capotonda)
Non era ancora finito il primo anno di università che l’ultima di queste certezze era già crollata miseramente, quando nelle chiacchiere fra una lezione e l’altra un collega mi chiese “E perché?”
E io pronto: “Perché poi per uno dei due arriva l’attrazione sessuale, inevitabilmente!”
“Quindi se io sono omosessuale non posso avere amici uomini?”
Bum. Cazzo, il mondo è più complesso di quello che credevo.
Tento il recupero in extremis: “No vabbè… che c’entra… però non devi essere attratto da loro!”
“Quindi posso avere solo amici brutti?”
Bum. 2 a 0 palla al centro. A che ora inizia Botanica? Magari se ricomincio dai fiori e dalle piante stavolta capisco qualcosa. (Per inciso i dogmi su Schillaci caddero pochi mesi dopo, gli U2 invece ressero per oltre un decennio).

Oggi, come boomer cinico e disilluso ma non troppo, so (di non sapere, ovvio) che le cose della vita sono molto più complesse e ad alcune domande non c’è mai risposta. Dove finiscono i confini fra amicizia e amore? Se fate sesso non siete più amici? O siete più amici di prima? Una volta finito l’amore si può restare davvero amici? Cosa si può perdonare in un rapporto d’amore? E  soprattutto: perché noi Sedicenti Sapiens continuiamo a chiamare Amore ciò che è Infatuazione? 

Ebbene sì, i biochimici oggi spiegano in dettaglio perché si è attratti da una persona e come reagisce il nostro corpo nella fase dell’infatuazione – innamoramento. Quelle espressioni del tipo “sento le farfalle nello stomaco”, “le gambe mi tremano” o essere confusi alla vista di una persona che ci piace; è sì un meccanismo fisiologico complesso di feromoni, odori, ormoni e quant’altro, ma perfettamente spiegabile.

E l’amore? Se esiste, è semplicemente è tutto quello che dovrebbe venire dopo l’infatuazione e spinge delle persone a restare insieme per decenni nonostante tutto. Nonostante anche il fatto che, magari, non gli convenga restare insieme. “L’amore non esiste, ma esistiamo io e te” hanno sentenziato i cantautori Silvestri-Fabi-Gazzè nella loro collaborazione; e di certo non hanno tutti i torti.

Come mi è capitato di scrivere in un monologo, che poi è diventato il prologo di Frequenti Improbabilità, forse uno dei problemi alla base della nostra società è la folle pretesa di costruire molte leggi che dovrebbero regolarla razionalmente basandosi su cose irrazionali di cui non sappiamo nulla, come le emozioni.
Lo sappiamo: delle convenzioni e dei regolamenti ci devono essere in una società, altrimenti questa non sarebbe tale; magari però bisognerebbe stare attenti a non far diventare questi inutili gabbie.

Tornando alle canzoni e al 1993 (delle malelingue dicono che tendo a divagare) l’album Zooropa conteneva questa chicca, distillato di tutto il lirismo di cui è capace quel fottutissimo Bono Vox [1]  che mi ha aiutato a inquadrare un po’ meglio la situazione. Scritta appositamente per il film di Wim Wenders omonimo, che poi è il seguito de Il cielo sopra Berlino.

“Ma ci vuoi dire che tu, ateo, ti sei fatto spiegare l’amore e l’amicizia da un film e una canzone che parla di angeli?”
A parte il fatto che in quegli anni, lo ripeto, gli U2 per me erano come una religione ed ero anche piuttosto fondamentalista nel praticarla, forse la questione non sta tanto nel farsi spiegare le cose, quanto di comprenderle.

Per me gli angeli di Wenders e i versi di Bono Vox sono stati, non una mappa (cosa che nessuno ti può dare), ma una bellissima esposizione della complessità dei rapporti emozionali che costituiscono la nostra vita. Al di la’ dell’amore, come canta recentemente Brunori Sas.

Sentirsi vicini ad una persona anche se la conosci appena, aver voglia di aiutarla sapendo che non ci si può avvicinare troppo, o sapendo che quella persona non ascolta i tuoi consigli chissà perché, o che proprio non si accorge della tua esistenza. O forse se n’è accorta e proprio per questo ti sta lontano. O, magari, ti tiene lontano perché ti vorrebbe star vicino ed ha paura di questo sentimento… che casino la vita ragazzi. Fortuna che ci sono le canzoni.

Luce verde, Seven Eleven
Ti fermi qui per un pacchetto di sigarette
Non fumi, non ne hai mai avuto voglia
Ehi ora, controlla il tuo resto [2]
Sei vestita come un incidente d’auto
Le tue ruote girano, ma sei capovolta
Dici che quando lui ti colpisce, a te non importa
Perché quando lui ti ferisce, ti senti viva
Ma è vero?

Luci rosse, mattino grigio
Esci a fatica da un buco nella terra
sei un vampiro o una vittima?
Dipende da chi c’è in giro.
Ti piaceva stare lì dentro a guardare le pubblicità
Potevi ripetere a memoria ogni talk show

E se tu guardi, guardi attraverso me

E quando parli, tu parli a me
E quando ti tocco, tu non senti nulla
Se io potessi restare qui, la notte ti farebbe cedere
Restare, ed il giorno manterrebbe le promesse
Restare, e la notte sarebbe sufficiente

Così lontano, così vicino!

come essere in alto con l’elettricità statica e le onde radio
Con la televisione via satellite
Puoi andare dovunque
Miami, New Orleans,
Londra, Belfast e Berlino

E se tu stai ascoltando, io non posso chiamare

E se tu salti, potrai solo cadere
E se tu gridi, io ti sento appena
Ma se io potessi restare qui, la notte ti farebbe cedere
Restare, ed il giorno manterrebbe le sue promesse
Restare, con i demoni che hai affogato
Restare, con lo spirito che ho trovato
Restare, e la notte sarebbe sufficiente

Tre in punto del mattino

Tutto è tranquillo, non c’è nessuno in giro
Solo un botto, poi rumori confusi
Come se un angelo fosse venuto sulla terra
Solo un botto, poi rumori confusi
Come se un angelo fosse caduto a terra

NOTE:

[1] sul perché non sopporti più quasi nulla di tutto ciò che è marchiato Bono Vox rimando alla lettura di “The Frontman – in nome del potere” di Harry Browne

[2] lascio questa traduzione classica che indica la ragazza sovrappensiero che guarda il suo resto uscita dal market. Tuttavia ho sempre pensato che “check your change” potrebbe essere stata usata anche perché letteralmente vuol dire “guarda come sei cambiata”.

Stay (faraway, so close) – U2

Le altre 15 canzoni:

Sornione
Velasquez
L’avvelenata
Time
Il giorno di dolore che uno ha
Heimat
Ci penserò domani
Meri Luis
The chauffeur
Off he goes
Ob-la-di, ob-la-da
The Times they are a changin’ – Things have changed
Rimini
The captain of her heart
The bard’s song