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La linea gotica – Dark: così tanta roba che ne bastava meno.

Pubblicato il 14 Mar 2024

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[attenzione spoiler]

 

 

 

Mah.
Per fortuna che i viaggi nel tempo non possono esistere come ho dimostrato io stesso nell’appendice de “Il futuro di una volta” (a proposito, ma quando arriva il Nobel? Io sto qua eh! Dai che poi il mio ego ha da fare!), verrebbe da dire. Ad ogni modo mi sembra davvero ingiustificato l’entusiasmo di fronte a questa serie tedesca che ha il dubbio merito di essere più complicata di Tenet (ma forse con basi appena più plausibili).
Impossibile da seguire se non con una mappa gigante davanti capace di contenere centinaia di loop temporali per decine di personaggi, dopo poche puntate sembra già di assistere ad una lunga complicazione e ripetizione di una stessa vicenda; peraltro con poche effettive novità sull’argomento dei viaggi nel tempo.

Al di là delle questioni lasciate in sospeso e della non plausibilità di alcune trovate (congegni per viaggiare nel tempo, e nelle dimensioni parallele, comprati a stock con le offerte del Lidl probabilmente) bisogna comunque riconoscere che la serie è presentata in modo maestosamente gotico. Si ha sempre l’impressione di essere di fronte a una gigantesca cattedrale del Nord Europa nel vedere le scene accompagnate da una musica sempre più inquietante per tutti i 24 episodi delle tre stagioni.

Ma questo colosso di inquietudine e di vicende che si sovrappongano e si ripetono non riesce a trovare un senso narrativo, o teologico, o filosofico.  Riesce solo ad incuriosire lo spettatore fino al punto che continua a divorarne puntate per l’ansia di sapere come andasse a finire. O per meglio dire l’ansia di sapere se ci fosse stata una fine.

È decisamente sopra le nostre forze tentare di fare un riepilogo di quello che, a nostro giudizio, ha funzionato o ha un senso e quello che proprio no; però possiamo dire questo per farvi capire il nostro stato d’animo e le perplessità su tutto il progetto.
Alla fine, ovvero alle ultime scene dell’episodio 8 della terza stagione (stremati da una mini maratona della domenica pomeriggio e sera, roba da confidare nella telefonata del direttore fantozziano che ci annuncia la convocazione per la visione di un film estone con sottotitoli in cecoslovacco) nel gran finale i due avversari/non avversari/protagonisti/amanti si incontrano simultaneamente nei vari tempi (e mondi, sic) perché avvenga la risoluzione finale del nodo che ha generato l’anomalia spazio-temporale.
In uno di questi spazio-momenti simultanei lei posa dei fiori vicino a una croce in cui leggiamo il nome “Regina” poi si volta verso di lui e recita la battuta finale: “Ora Regina potrà finalmente avere la sua vita”. Noi guardiamo attoniti l’oscurarsi dello schermo ed esclamiamo “Ma chi …zzo è Regina?“.

Bella questa.
Tutti ridono, anche i nostri gatti.
Sipario.
Anzi, coperta! Che sono le tre del mattino e non possiamo andare indietro nel tempo.