L’aquilone volava alto sopra la città. La mano lo teneva forte forse troppo a volte tirava gli faceva male ma lui continuava ad osservare la città intorno. Correva. Spari. Fumo. Grida.
[tema: clown] Pallore vampiresco, limitato e decorato, dal rosso sangue di naso e labbra. Capelli incandescenti, fiamme roventi, che irrompono nel freddo di quel bianco cereo, su un viso ingannevolmente vero. Un sorriso grondante scherno, apologia dell’irriverenza, turbinio esteriore di comiche e buffe movenze, a fronte di una malinconia tutta interiore. Essere schiavi di un ruolo, la putrefazione della normalità, una normalità tiranna. Duplicità tra fossilizzarsi nel riso, e perdersi nel pianto. Portare una maschera, di burla e raccapriccio. Nostalgia […]
(tema: IO TI SONO CONTRO) Pioveva quella mattina sul porto di Trieste, gli occhi del capitano fissi su quella nave ancorata ormai da anni in banchina. Una vita spesa dentro quell’isola d’acciaio a dare e prendere ordini , solcando mari lontani per missioni estenuanti quanto esotiche, certo impossibili da dimenticare. Ed ora era lì, ferma e tetra nella sua imponenza, incapace ormai di riprendere il mare, essendo diventata dimora fissa di molti militari di stanza in città. Il capitano Trentin, […]
Ti ricordi il bagno Nel greto del fiume essiccato? E i tuffi nei condizionali Che spumeggiavano onnipotenza, Ebbra, tutt’intorno a noi? E di Noi che galleggiavamo Placidi sul nostro passato; Ti ricordi di quelli? E di quel remoto già presente futuro, ora passato, ti ricordi? Ti ricordi com’era caldo, com’era fresco quel giorno?
Assurdo quel periodo! Infatuato perso dietro a lei che no non avrei mai dovuto infatuarmi di lei che che tutto quel tempo e quei giorni a volare sul sole e le gelide attese e le passeggiate nelle notti frinenti e le scalette di sant’ercolano insieme con le stelle che le luccicavano nelle pupille con le finestre pulsanti che c’erano i mondiali e faceva caldo e poi da solo e quelle luci che allora ancora gridavano nooooo e poi i lunghi […]
Eterno attendere un calore, una quiete del desiderio, un gioco, un’evasione. Eterno attendere il sole, l’odore dei boschi, il profumo di mare, la flora e la fauna, l’amore, il sesso, l’avventura, la condivisione. Eterno attendere la rigenerazione, arma speciale per iniziare una nuova storia, storia di routine, di fretta, di alienazione. Ciclico e irrinunciabile anelito; non c’è desiderio senza affanno, non c’è quiete senza desiderio.
Di Raffaella Clementi per il concorso “Libero Amore in Libero Stato” La chiamavano Catena, ma a dispetto del suo nome non aveva legami né radici, con luoghi o con uomini, a quanto la gente ne sapesse. A dire il vero, non possedeva neanche un certificato di battesimo che documentasse provenienza, età e natali. Per tutti era Catena e basta e il suo mestiere era vendere ricette. Guidava uno sgangherato veicolo, una sorta di vecchio carretto ambulante, percorrendo strade secondarie che, […]
[tema: il vento] Disteso in un oasi di silenzio, infinite carezze mi sfiorano, incandescenti come lapilli, ma soffici e docili, materne. Non più io, ma infinite vibrazioni e memorie, il mio corpo: carne e sangue che evaporano! Un’estasi dei sensi, data da un soffio di ebbrezza.
[tema: il vento] Ho sussurrato il tuo nome nel vento che lo porterà a te. In un luogo senza orologio in un mare senza spiaggia in un giardino abbandonato. Ho sussurrato quel nome a quel cuscino dove ti addormenterai con me. In quello spazio senza padroni dove il tuo fratello non ama suo fratello dove io amerò solo te…
Onde sulle onde Trepido sognare Fremito che assale parte e poi ritorna Fini delle fini Freddo dei più freddi Trepido tremare ghiaccio che mi assale… (Ustmamo) Era bastato un anno insieme a lui, e lei si era trasformata in un fantasma Non si sentiva il corpo, non si sentiva le braccia, le gambe non sentiva la fame, sentiva solo il freddo Percepiva il proprio corpo come un accessorio che trascinava con se senza volontà. Quell’amore l’aveva divorata: era stato un […]
La mia vita è tutta una ferita… Non sono mai stata piccola. Giravo da una città all’altra senza crescere con un amico vicino. In questa stanza la mia bambola non c’è più… Forse anch’io ho avuto tre anni non ricordo non sento… Sento la voce di mia madre che legge la penultima riga di una pagina in un libro ancora da scrivere. Dieci passi per scappare da questa stanza… Dieci passi per entrare in quella stanza… Dieci minuti e poi […]
Sono 30 anni che viaggio tra il centro e il sud-est d’Italia. Il rapporto con questa terra madre (patria) è ambiguo, contraddittorio: dolce amaro, tenero duro, di desiderio e fuga, di riconoscimento e estraneità. Da alcuni anni il viaggio verso Oria ha assunto strane sfumature: intanto mi chiedo se è viaggio di andata o viaggio di ritorno. E poi a volte mi sembra che il vero piacere consista più nel viaggiare verso… che nell’arrivare a…. Perché durante il viaggio riesco […]
NOTA: il racconto è stato scritto congiuntamente da Giovanni Tasca, Michela Della Croce e Susanna Angeli Elvezia, vedova sull’ottantina e con due figlie ormai grandi, perse il marito quando aveva quarant’anni e due bimbe piccole. Era stata follemente innamorata di suo marito Zeno, grande lavoratore e uomo tuttofare. Il loro primo contatto risaliva al giugno del 1945; erano stati “compagni” di rifugio antibombardamento. Le loro famiglie si conoscevano, ma Elvezia e Zeno prima del 1943 non si erano mai […]
Giochi a nascondino Più ti cerco e meno ti trovo Forse guardo nel posto sbagliato Ti cerco dentro di me Ma ormai sei fuori Ti muovi nei labirinti dei mondi Sei sordo ai miei richiami Ora segui il canto di ben altre sirene E non hai fatto come Ulisse Non ti sei fatto legare all’albero della nave Non ti sei chiuso le orecchie con la cera d’api A volte sembri una bolla di sapone Iridescente Inafferrabile I tuoi passi lasciano […]
“Zio Osvaldo ha detto che oggi pomeriggio viene il fotografo e facciamo lo Scatto.” “Quale scatto?” “Lo scatto a noi che siamo i figli maschi più grandi della famiglia Moroni”. “ Ma solo noi fratelli?” “Della famiglia nostra saremo io, Bruno e tu Giusè però nostra madre ha detto che lo scatto può venirlo a fare anche Mario. Ma lo sapete che davanti alla macchina fotografica non vi dovete muovere? Fermi e dritti a guardare l’obiettivo senza ridere perché lì […]
Mai avevo vissuto un giorno in ogni istante. Nel suo farsi e disfarsi attraverso lo specchio di un cielo prima nero poi blu, indaco bianco, ambrato rosato cilestrino azzurro, illuminato da uno spicchio di sole rosso poi giallo dorato Dorato giallo rosso. Azzurro cilestrino rosato ambrato bianco indaco blu nero
Loro non hanno bisogno di me. Io sì Ho bisogno della notte e delle lucciole Ho bisogno del sentiero sotto i miei piedi Ho bisogno del colore delle ginestre e della civetta Ho bisogno del freddo, dell’umido e del filo di ragnatela Ho bisogno del caldo e di questo cielo indaco lattiginoso ambrato cilestrino Ho bisogno degli alberi e dell’erba, del cardo che graffia le caviglie Ho bisogno del vento, del prato e del lago, delle api e dei […]
“Non può portare a spasso Giobbo perché è troppo stanco, ha lavorato finora il Signorino. Oh povero… è stanco LUI, eh sì! Stare sei ore seduto dietro a una scrivania e doversi alzare ogni tanto per andare in bagno o a prendere il caffè è stancante, poverino. Mica è fortunato come ME, che devo solo alzarmi prestissimo tutte le mattine per preparare la colazione a LUI, agli ospiti, riassettare la SUA casa, gli appartamenti, far la spesa, occuparMI dei figli…”. […]
“Il tempo di un caffè e vengo da te amore!”disse Enrico alla moglie che era indaffarata al computer. Era circa un anno che lui e Chiara erano venuti a vivere “nella natura”, come amava dire lei ogni qualvolta parlava del loro trasferimento. Avevano lasciato la città stressati dalla vita concitata che facevano da anni. Lui, rappresentante di prodotti alimentari, eternamente in macchina a districarsi tra un ingorgo e l’altro e col fiato sempre sul collo per dover chiudere un nuovo […]
La prima sveglia suona alle sette e mezza, ma la seconda è rimessa alle sette e quaranta e mentre Alice cede alla tentazione di pigiare il pulsante che ammutolisce la prima, la seconda non può essere ignorata; bisogna alzarsi per spegnerla. Il micio nell’altra stanza ha già cominciato a miagolare, per lui, che sia estate o inverno, la sveglia è il sorgere del sole, e ora, che è primavera, è già da un po’ che si è fatto giorno. […]