Polemiche che, di fronte alla bellezza e alla curiosità nazionale attirata dal Drago e al folto numero di artisti (e non solo) radunati a sostegno dell’iniziativa, sono durate poco, per fortuna. Ma di certo qualcuno starà solo aspettando il momento giusto per ritirare fuori rosari e anatemi contro la modernità.
Intanto il drago di acciaio lì sta. Una fonte di ispirazione ed anche un bel simbolo di aggregazione per la Konka e i suoi abitanti. Speriamo che serva in questi periodi difficili.
Mi permetto di riportare le parole che la mia amica Silvia Pederzolli, scrittrice invitata dal Thyrus in una conferenza di preparazione all’apparizione del Drago, ha usato per ringraziarci sulla sua pagina facebook una volta tornata nella sua Trento.
“Quello che non posso mostrarvi [di Terni] però è la meraviglia dei suoi abitanti, quindi ve li racconto: i ternani sono sorridenti, gentili, generosi, ma anche intelligenti, ironici e soprattutto combattivi.
Quando parlano ti guardano a lungo negli occhi e quello sguardo è intenso, profondo. Hanno la battuta pronta e quando si presentano la loro è una mano dalla stretta forte. Amano la città e le loro parole si spezzano quando spiegano che non brilla come merita.
Terni è soprattutto una città di sognatori e di artisti.”