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Zombichthys Mortuus

 

(Articolo preso da: Scientists under the sea N. 125, Giugno 2019, pag. 65)

Autori: Prof. Immanuel Pallotz, Dott. Giovanni Dallarco, Dr.ssa Cristina Dupres

Abstract:

Questo articolo presenta la scoperta di una nuova specie di pesce, denominata Pesce Zombie (Zombichthys Mortuus), caratterizzata da una morfologia unica e comportamenti che qualcuno definirebbe inquietanti. La specie è stata osservata per la prima volta nelle acque profonde dell’Oceano Pacifico, vicino all’isola di Haiti. Gli studi preliminari suggeriscono che il Pesce Zombi possiede capacità di rigenerazione straordinarie e un comportamento anomalo sotto ogni punto di vista scientifico.

 

Introduzione:

La biodiversità degli oceani continua a sorprenderci con nuove scoperte che sfidano le nostre conoscenze attuali. Recentemente, il team di biologi marini guidati dal Prof. Lig Onethousand ha scoperto questa nuova specie al termine di una missione di perlustrazione dei fondali caraibici.[1]

Elenchiamo di seguito le novità che il Pesce Zombie, apporta alle nostre attuali conoscenze della biologia ittica.

Metodi

Al largo di Haiti le osservazioni sono state effettuate utilizzando un ROV (Remotely Operated Vehicle) equipaggiato con telecamere ad alta definizione. Campioni di tessuto sono stati prelevati per analisi biochimiche.

Morfologia

Il Pesce Zombi presenta una morfologia estremamente insolita. Di diverse dimensioni, forme e colori, la specie è caratterizzata da una testa completa, con occhi vitrei e una bocca piena di denti affilati. Tuttavia, il resto del corpo è costituito esclusivamente dalla lisca, priva di carne e organi interni. La pelle è parzialmente decomposta, dando l’impressione di un pesce morto. Tuttavia, le analisi biochimiche confermano che si tratta di una specie vivente.

Comportamento

Il Pesce Zombi mostra comportamenti unici. È stato osservato mentre si muove lentamente sul fondale marino, apparentemente senza uno scopo preciso. Tuttavia, quando si avvicina a un altro pesce, il Pesce Zombi sembra “risvegliarsi” e attacca con una ferocia inaspettata. L’attacco alla preda avviene sempre in gruppi numerosi, in una modalità simile a quella dei piranha, cosa che gli consente di sbranare (letteralmente) anche pesci di dimensioni molto più grandi. Curiosamente i pesci zombie però attaccano dolo pesci viventi. Esche morte non suscitano l’interesse dei gruppi di pesci zombie sul fondo. A queste degnano poco più di uno sguardo e persistono nel loro stato di sonnolenza.
Dopo l’attacco, il Pesce Zombi ritorna al suo stato letargico.

Riproduzione

Il pesce zombie sembra avere una vita completamente asessuata. Non si è visto deporre uova né fecondarle, cosa che rende impossibile l’identificazione dei sessi.
La cosa più strana è che i pesci che subiscono l’attacco del pesce zombie, nel caso mantengano parte dell’encefalo, diventino a loro volta pesci zombie. Questo ha portato tutti gli studi del gruppo superstite alla missione guidata da Lig Onethousand ad indirizzarsi verso la ricerca di virus, parassiti, batteri o muffe che potessero giustificare il comportamento. Ma ogni studio ha escluso questo. [2]
L’unica possibilità è che contemporaneamente all’attacco lo stesso pesce zombie contamini con parti di se stesso il pesce ospite che poi manovreranno ciò che resta di lui tramutandolo in altro Pesce Zombie.
Questo sembra confermato dalle analisi genetiche che mostrano tutte delle sequenze DNA riconducibili ad una stessa specie, insieme a quelle originarie della propria prima della mutazione in pesci zombie. Ci troviamo in pratica, e non neghiamo il timore con cui scriviamo queste parole, come se fossimo davanti a una stessa entità separata in più corpi.

Implicazioni Ecologiche

La scoperta del Pesce Zombi solleva numerose domande sulle dinamiche ecologiche degli abissi marini. Nonché porta inevitabilmente a riconsiderare il nostro concetto stesso di cosa sia la vita. Come possiamo definire un solo essere vivente separato in più corpi?
Non sappiamo da quando questa specie è presente sul fondale caraibico, tuttavia il feroce comportamento predatorio potrebbe arrivare anche a distruggere l’ecosistema locale.

Conclusioni

La scoperta del Pesce Zombi (Zombichthys Mortuus) che va attribuita come detto alla spedizione del Prof. Lig Onethousand, deve assolutamente essere presa in considerazione con la massima serietà cercando di tralasciare, da scienziati quali siamo le notizie folkloristiche sulla sua conclusione. L’accesso ai documenti che Ronnie Rome, ex assistente del professore nonché unica superstite della missione esplorativa, ha messo a nostra disposizione è libero e pertanto consigliamo a tutta la comunità scientifica di mettere da parte il pur comprensibile scetticismo e intraprendere nuove perlustrazioni a breve per la salvaguardia dell’ecosistema marino. E non solo.

NOTE:


[1] Siamo ovviamente a conoscenza delle notizie attorno alla missione e che molti ritengono la sparizione del professore e dei suoi due assistenti Paul Goblin e David Argentero un mezzo triviale per farsi pubblicità gratuita. Tuttavia noi ci limitiamo, da scienziati quali siamo, all’esame della documentazione riportata dalla sua assistente Ronnie Rome.

[2] Per fortuna aggiungiamo, altrimenti la diffusione di un virus del genere causerebbe scenari che renderebbero la recente epidemia della Covid 19 una barzelletta.

 

Sabrina Gambacurta e Alessandro Chiometti