Questa settimana a Terni ci sarà la seconda edizione dell’Horror Fest.
A Civiltà Laica che ha lanciato l’idea l’anno scorso si è affiancata, per fortuna, Dalia Edizioni che ha accettato la sfida di provare a far crescere il festival nella nostra città.
Premesso che di certo sarà un festival bellissimo, voglio dirvi due parole su quello che significa organizzare una cosa del genere.
Intanto la scelta dei film. “Beh che ci vuole?” direte voi… “Vi mettete attorno a un tavolo e decidete quali sono i più belli”. Come no? In Italia esistono centinaia di case distributrici e voi dovete scoprire qual è quella che detiene i diritti del vostro film preferito. E non c’è nessun registro consultabile che vi possa aiutare.
Alcune case distributrici, per fortuna, hanno messo i titoli on line e si sono accordate per non chiedere prezzi troppo alti per i cineforum. Ma sappiate che una proiezione non vi costerà mai meno di 100 euro.
Le altre case distributrici in genere chiedono dai 150 euro ai 300 euro per la proiezione in pubblico (gratuita) da Dvd.
In genere.
Poi ci sono quelle come la Warner Bros – Sony che per loro politica non concedono mai le liberatorie per proiettare i film, quindi potete dimenticarvi di poter offrire al vostro pubblico titoli come Odissea nello spazio, Blade Runner, 300, L’esorcista, Intervista col vampiro. (A meno che non abbiate a disposizione una sala cinematografica…)
Quindi, rassumendo, non bisogna solo scegliere un film ma rintracciare la casa distributrice, sperare che sia disponibile e strappare delle buone convenzioni.
Poi ovviamente c’è la Siae. “Come la Siae? ma se pagate la liberatoria sarà sufficiente quella.” In un paese civile, certo. In Italia la Siae deve comunque incassare i diritti della Colonna Sonora. E quindi aggiungete almeno 25 euro a proiezione (Sempre se parliamo di proiezioni gratuite, altrimenti aumentate pure la cifra).
Poi una volta che avete scelto una decina di film, (e siamo a 1250 euro di spesa… a cui aggiungere l’iva, ovviamente il 22% e che volete una tariffa agevolata perché si parla di cultura?) volete pubblicizzare un po’ l’evento? Stampate le locandine (non parliamo neanche dei costi di stampa) e pagate la tassa sulla pubblicità. “La tassa sulla pubblicità? Per un iniziativa culturale gratuita? Impossibile” Si invece, perché magari quei 1250 euro ve li ha dati qualche sponsor (non tutti sono ricchi di famiglia, dicono) e quindi anche se si tratta di iniziativa culturale riconosciuta dal patrocinio del Comune , lo stesso Comune di Terni, dato che avete messo gli sponsor nella locandina, vi chiede di pagare ben 5 euro a locandina per affiggerle nelle vie del centro. Attenzione, senza garantirvi nessuno spazio di affissione sicuro, solo per consentirvi di andare a chiedere ai negozi se per favore ve le fanno esporre in vetrina. (Per inciso la multa per affissioni in luoghi non appropriati è di 200 euro). Fate pure i vostri conti.
Ora noi (nel senso degli organizzatori del Festival) non siamo in cerca di applausi o di sentirsi dire “bravi”, che son cose che fanno anche piacere certo, ma ci piacerebbe davvero che per lo meno le istituzioni oltre a non mettere un soldo smettessero quanto meno di creare problemi.
Si parla tanto di cultura (quando fa comodo), e ci si chiede sempre cosa fare per avvicinare la gente alla cultura.
Ecco, tanto per essere chiari, in tempi di grandi rottamazioni e di modifiche costituzionali ciclopiche basterebbe una leggina di poche righe.
“Da oggi 33 Febbraio 2195 si dichiara che nel territorio italico non ancora sommerso dall’innalzamento delle acque è abolita per legge la richiesta di liberatorie, di diritti d’autore e imposte varie per tutte quelle iniziative NON COMMERCIALI che sono volte solo a promuovere la conoscenza di un’opera d’arte come un libro o un film o una canzone.
Si intende per “non commerciali” tutte quelle iniziative che non prevedono l’acquisto di un biglietto, o di una consumazione o qualunque altra spesa OBBLIGATORIA per assistere all’evento.”
Ecco, fino ad allora vi possiamo dire solamente una cosa. Se vi piacciono queste iniziative, supportatele. Altrimenti poi spariscono.
Alessandro Chiometti