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Aspettando la fine del mondo. È colpa nostra

Pubblicato il 21 Gen 2021

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Rider. Stipendio medio stimato 850 euro al mese.
Pedali
dalle sei alle otto ore al giorno in qualunque condizione meteo. Puoi tenere le mance e considerati fortunato: è un lavoro che ti mantiene in forma. Attenzione agli infarti se inizi a farlo senza allenamento o in età avanzata. Qualcuno ti fa usare il motorino ma la benzina e le multe sono a carico tuo. Ovvio.

Volantinaggio. 36 euro netti al giorno, ovvero per uscita. L’uscita non ha orario fisso in genere lavori dalle dieci alle dodici ore con sosta per il panino. Ti accompagnano con il pulmino nella città, o nella zona di questa, da volantinare e ti riportano al magazzino. Se riesci a fare sei uscite a settimana hai uno stipendio che sfiora i 900 euro, un lusso. Puoi permetterti anche qualche canale a pagamento. Attenzione ai cani però. Non solo quelli a quattro zampe.

Giornalista free lance on line. Aggiornare il sito della testata dalle otto del mattino alle dieci della sera. Pubblicare articoli sulle notizie delle agenzia stampa. Sette giorni su sette. Trecento euro al mese “Del resto lo fai da casa con il tuo computer cosa vuoi di più? E poi se sei bravo fra tre mesi passi al giornale locale più importante e li ti posso dare anche quattrocentocinquanta al mese. Se poi arrivi a farlo con quello di Milano, che è sempre mio, seicento euro te li posso garantire. A nero eh, ufficialmente ti pago solo il necessario per prendere il tesserino da giornalista.”

Designer di arredamenti. Cinque giorni a settimana, dalle 9 alle 19, paura pranzo di due ore. Il sabato però si lavora gratis: “Qui fanno tutti così, mica vorrai cominciare male no?” Accogliere i clienti, disegnargli cucina bagno e camera da letto, con varie proposte, sapere quanto costa la cabina armadio, la cabina doccia, il parquet, il gres, la mattonella da bagno, lo specchio artistico e il portasapone in radica di noce. “Si ma quant’è lo stipendio?” “Cinquecento. Dopo la prova di un mese.” “Cinquecento? Ma io dovrei pagarmi l’affitto!” “Eh… ma infatti sai… questo posto di lavoro l’avevamo pensato per chi ancora vive con i suoi e cinquecento euro sarebbero soldi in più da spendere!”

Poi sui siti on line dei maggiori quotidiani italiani leggi di gente favolosa che guadagna decine di migliaia di euro facendo il tutorial per strizzarsi un brufolo, o del manager che lascia il suo posto alla multinazionale Acme Inc. per inseguire la sua idee di vendere cactus bonsai e ti dice, con un video messaggio: Ragazzi, non pensate alla Covid, non fatevi buttar giù il morale, basta rimboccarsi le maniche e va tutto bene.

Perché sì ormai l’abbiamo ben capito. È colpa nostra.

Se non abbiamo lavoro è colpa nostra.

Se lo abbiamo ma non guadagniamo abbastanza è colpa nostra.

Se l’azienda chiude è colpa nostra che non l’abbiamo fatta guadagnare abbastanza.

Se c’è la Covid è colpa nostra che questa estate ci siamo tolti la mascherina per fare un aperitivo.

Se sono morte ottantamila persone in Italia è colpa nostra che non siamo stati a casa.

È colpa nostra che siamo andati a fare la spesa due volte nello stesso giorno.

È colpa nostra che non abbiamo denunciato il vicino uscito a far pisciare il cane alle undici di notte, è colpa nostra se non abbiamo potuto salutare nostra madre che è morta in una Rsa, è colpa nostra se c’è la variante inglese, è colpa nostra se le misure del governo non funzionano, è colpa nostra se non ci sono abbastanza vaccini.

È sempre e soltanto colpa nostra.

Come fa dire Stephen King a un suo personaggio che cerca lavoro nel 2009, all’inizio di quella crisi economica che ricorderemo con una certa simpatia al confronto di quella che sta arrivando: “Sono una ragazza madre senza lavoro. Mi sembra sempre di dovermene scusare con il mondo intero. […] Ogni tanto mi viene perfino da chiedere scusa per la strage di Columbine, per l’Undici Settembre e perché un campione di baseball come Barry Bonds si pompa di steroidi. […] O per l’esplosione dello Space Shuttle anche se è successo quando ancora stavo imparando a camminare” (Mr Mercedes, 2014).

È tutta colpa nostra.
In America ci sono voluti decenni di maccartismo, di reaganismo, di
etica protestante del capitalismo per farglielo capire.
Con noi è bastato un anno di Covid19. Un capolavoro.

Applausi.

Sipario.