Se c’è una cosa che da un senso all’attività di scribacchino, che comporta andare in giro per il paese (quasi sempre a proprie spese) per concorsi e a presentare i propri libri, è quella di conoscere belle persone che condividono le tue stesse passioni per la lettura e la scrittura.
Quando poi queste persone torni ad incontrarle più frequentemente di quanto ogni calcolo probabilistico iniziale poteva promettere significa inevitabilmente che il feeling aumenta e la condivisione delle idee diventa condivisione delle proprie follie. Compresi i balli di gruppo sugli scogli del lago alle una del mattino coordinati dalla musica di What is love (e non negate, tanto Silvia ha postato già i video); quella di Haddaway degli anni 90 però! Tengo a specificarlo.
E i complimenti non possono che andare tutti a Lorenzo Bernasconi e ai suoi isenzatregua per aver costruito questa realtà in cui, chi partecipa, è difficile che resti indifferente.
“Sì vabbè, insomma hai vinto?”
Oh, mica si può vincere sempre eh! Poi diventi antipatico! Ci sono concorsi a cui vale la pena esserci solo per esserci. E poi essere fra i cinque finalisti su un ottantina di partecipanti è comunque un buon risultato, si vede che il racconto scritto di getto fra riflessioni varie che c’entravano poco qualcosa valeva. Decidete voi, l’ho messo qui.
E poi quando vincono i tuoi amici un po’ è come se avessi vinto tu.
“Sì vabbè, sei un ruffiano!”
Mah, pensatela come vi pare. Questo è il mio blog però quindi fuori di qui, se non mi credete… guardate la’! C’è Sangiuliano che sta cercando lettori per il suo libro sulle bocce che deve vincere il premio “strega-to dalla gnocca”.
Dicevo… tornare negli stessi posti significa incontrare anche gente che l’anno prima ha comprato il tuo libro, sentirsi dire che ha trovato geniale un certo spunto di Alphaville o che 47° parallelo non lo fa dormire la notte, sono belle soddisfazioni. Le più importanti direi.
Poi arriva il momento dei saluti e, lo sapete già, quando hai l’età per essere boomer ormai ti sei intenerito. Scrivo di omicidi, noir, fantasmi, horror, splatter, etc… ma poi per dire “Ciao alla prossima” lo faccio sempre con il magone. E allora prima o poi imparerò a partire di mattina presto con le scuse più assurde per non dover salutar nessuno. “Eh ma sai il gomito faceva contatto con il ginocchio”… “Ho visto le previsioni e a Lisbona metteva pioggia, hai visto mai che si fosse spostata sull’A1″…
Lo so non sono molto credibile sulle scuse, come sempre.
A presto, Riflessi e Riflettenti sul Lago.