In giro per la Tuscia a cercare le ispirazioni storiche per il mio terzo romanzo (tremate amici editori, tremate!), seguendo le tracce di una potente e misteriosa famiglia di prefetti romani finiamo in una chiesa dimenticata se non da dio almeno dal parroco che era irreperibile.
La gentile addetta alla biblioteca del paese laziale ci aveva detto che in quel posto c’era una delle poche tombe certe della suddetta famiglia con tanto di bassorilievo.
E io pregustando che finalmente il mio protagonista avesse avuto un volto chiaro, almeno nella mia mente, ci sono andato trascinando dietro di me mia moglie, paziente accompagnatrice in queste pseudo ricerche di ispirazione browniana.
Apriamo la porta della chiesa, cigolante. Luci spente, pochissime finestre penombra ovunque. Chiamiamo due o tre volte ad alta voce se c’è nessuno presente, poi vedo il sarcofago con il bassorilievo e vado a fotografarlo. Mi aiuto con il flash, ma come nel più classico dei gialli, qualcuno ha preso a martellate il volto dell’innominabile esponente della famiglia (potente epr quanto misteriosa).
Nel momento in cui il flash illumina per la terza volta quello che fu un volto di marmo, la porta della chiesa cigola e sbatte pesantemente. Silenzio. Passi. Silenzio.
“Aveeeeteee cercaaato il parrooooocooo?”
La voce, un misto tra lo zio tibia senza risate e un fanatico religioso invasato (lo aspetto che cominci a cantare “il signore è il mio pastore” da un momento all’altro) mi stampa un ghigno in faccia.
“no guardi stavo solo cercando di capire dov’era la tomba di [nome di famiglia misteriosa e potente]”
“ah ma voiiii doveeeeteee cercareee il parrocoooo…. venite veniteeee forse è qua sottoooooo” Si gira e comincia a scendere i gradini che portano alle catacombe della chiesa. “quiiii sottooo c’è ancheeee il mio angeeeeloooo custoooodeee”
Io faccio il gesto dell’ombrello appena scompare e mi giro verso mia moglie “Daje, annamocene….” ma Stefania lo sta già seguendo.
Ma puttana la miseria infame e ladra, poi dite che guardare horror non fa bene? Ecco, mia moglie gli horror non li guarda, per questo è la vittima perfetta di un film horror.
A questo punto devo scendere, anch’io. Nella cripta c’è il buio totale, il tizio esce dall’altra scala e io faccio risalire Stefania da questa.
Mi giro verso la cripta vuota, faccio due foto con il flash al buio per immortalare i fantasmi (già che ci siamo, giriamolo questo film horror no? ) e quando finisco la scala il tizio è di nuovo davanti a noi.
“Prendeeeteeee vi può essereeee utileeeeeee” ci dice porgendo il libretto che si chiama “Le preghiere a Santa Brigida”
Ringrazio, ma mentre me sto uscendo mi mette una mano sulla spalla, “Quiiii da noiii c’è unooo che leggeeeee le animeeeee ti interessaaaa?”
Non resisto: “no grazie, però magari comprategli un giornale se non ha un niente da leggere”
Fuggo, cazzio mia moglie in macchina, e alla prima sosta guardo le foto.
Puttana di una vacca, il fantasma c’era!