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Cronache dai dindorni di mezzo

Pubblicato il 16 Set 2025

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In un futuro non troppo lontano…

La mano del mago indugiò sulla sua lunga barba bianca mentre osservava i presenti alla riunione da lui stesso indetta per l’emergenza tragica, che incombeva sulla Konka e i suoi Dindorni. Le elezioni comunali.

I guardiani delle cose fatte per bene©  erano alle sue spalle. Ormai da decenni le cose non venivano fatte per bene nella Konka come quando c’erano Loro; ed era decisamente ora di tornare a sconfiggere le Forzedelmale© che da troppo tempo facevano il brutto e il cattivo tempo in città.

Ma per far questo bisognava recuperare e riunire le forze di coloro che, in modo miope e stolto, avevano abbandonato la via delle cose fatte per bene e si erano lavati le mani del destino della Konka e dei suoi dindorni. Suo era l’arduo compito di convincere le forze non del male ma neanche del bene ad unirsi al bene per affrontare il male.
Proprio mentre formulava nella sua mente questo pensiero a Politigandalf il noioso sembrò di aver formulato una gran minchiata; ma indubbiamente queste era colpa della  nefasta influenza psichica di Re Adim. Ovvero colui che trasformava in merda ogni cosa toccasse; ovvero colui che arrivò secondo alla gara del più grande burino del mondo perché era troppo burino per vincere il primo premio; ovvero colui che quando ruttava appariva un uomo migliore.

Si scosse da quel pensiero e osservò  coloro che avevano risposto al suo appello.
Kopper dei Bruti Estremisti Radicali di Sinistra, coloro che proprio non volevano accettare che la schiavitù fosse solo una delle tante forme contrattuali offerta dal fantastico mondo del libero (dalla retribuzione) mercato del lavoro.
La mitologica Donna Amaranto, in rappresentanza di Coloro che Non Dimenticano; gente rancorosa che non faceva cadere nulla e rimproverava ogni minima quisquilia ai Guardiani; come il fatto di aver appoggiato poco tempo prima, l’obbligo di maternità per essere considerate donne. Come si poteva essere così stolti da non capire come quell’astuzia politica avesse portato lo 0.1% dei voti centristi?
Poi c’era il sessanticinquenne LelloAlfa, con il suo codino brizzolato e i suoi occhiali scuri, in rappresentanza del movimento Giovani che restano nei dindorni. Il suo appoggio avrebbe garantito molti voti dai giovani che erano andati a lavorare all’estero.
Infine c’era Gionni Smemorato,  che rappresentava gli Immemori. Ovvero tutti quelli che si erano fatti asportare i neuroni della memoria per evitare di finire in galera. Sarebbe stato un valido appoggio, ma difficilmente si sarebbero ricordati la data delle elezioni.

Politigandalf il noioso, in cerca di ispirazione, girò il suo sguardo alla mesta Torre che si ergeva sopra la Collina del Ruzzolone, nella cui spianata avveniva la convocazione (l’affitto delle stanze per le riunioni era andato alle stelle negli ultimi tempi). Poi si voltò verso le delegazioni e tentò l’impossibile impresa.
“Amici ed amiche…”
“Se ce chiamavi compagni già avevi iniziato mejo!” disse Kopper
“E compagne.” Sottolineò la Donna Amaranto risvegliando gli ormoni di LelloAlfa che approvò con un cenno del capo.
“Ma amici…”
“Io so’ smemorato ma tu si de coccio però!” disse Gionni causando la prima risata dell’assemblea.
“Va bene compagni e compagne, penso che non c’è bisogno di spiegare perché ho convocato quest’assemblea.”
“Ma no dai, spiegacelo, tanto siamo venute fin qui ormai…” disse l’enigmatica Donna Amaranto.
“Beh sì sarebbe il caso!” Sottolineò Lello Alfa spalleggiandola.
“Umf, ok visto che volete la formalità… come tutti sapete fra meno di due mesi ci saranno le elezioni nei dindorni e…”
“Lo sapevamo anche cinque anni fa, subito dopo che Re Adim vi ha asfaltato. Si sapeva o no che dopo cinque anni ci sarebbero state di nuovo le elezioni? Ando’ cazzo stavate in questi cinque anni?”
“Kopper ti prego…” supplicò il barbuto mago, ma fu subito interrotto da Smemorato:
“No davvero dicce do cazzo stavate, a costruire il progetto colosseo – astanteria de Re Adim per caso?”
“Gionni, tu che sei smemorato non puoi ricordare che quel progetto lo abbiamo contrastato con tutte le forze ma ti assicuro che…”
“Lo avrete pure contrastato ma li sordi dell’appalto ve li siete presi con l’amichetto vostro che costruisce le cose per bene!”
“Donna Amaranto, ma come puoi pensare che…”
“L’hanno pure fotografato sorridente mentre Re Adim gli firmava il contratto con uno sputo! Penso male io? Spiegame!”
“Brava Donna.” Disse Lello Alfa e poi continuò “Senti visto che la pensiamo uguale che me posso veni a sede’…”
“Nun te disturbassi, stai mejo lì!”
“Ah Politigandalf, avevi detto che questi erano amici tuoi, ma a me sembra che stamo solo a perde tempo!” Disse il ducaconte del vino dei colli dindornesi.
“Beh, del resto il tempo vi serve, visto che ancora dovete chiede scusa per tutti li danni che ‘ete fatto quanno ancora governavate voantri.” Sentenziò Gionni rivelando la permanenza nella sua memora dell’antico idioma konkarolo , e la riunione si trasformò in una rissa per cui per lungo tempo si sentivano solo bestemmie e maledizioni con diversi accenti.
Politigandalf quindi si giocò un vecchio trucco, sul suo iphone collegato a una cassa collegata con il bluetooth fece risuonare la tromba del lu poro Melone e in breve tornò il silenzio.
“Compagni e compagne.” Disse, restando in silenzio qualche secondo per verificare che l’incanto non fosse profanato.
“Verrà il giorno che ci faremo tutti i cazzi nostri a Montalto durante le elezioni… ma non è questo il giorno!
Verrà il tempo in cui invece di interessarci al governo della Konka ci finiremo il vino di Scardone intonando ‘ma che ce frega ma che ce ‘mporta’. Ma non è questo il giorno!
Oggi in nome di tutto ciò che ci è più caro siamo chiamati a supportare il nuovo candidato delle ForzedelBene™ !”
“Cioè manco lo potemo sceglie, lo dovemo solo supportare?”
“Kopper ti prego” disse Lelloalfa “… sentiamo almeno chi è!”
“Ecco giusto Politigandalf, chi sarebbe?” chiese DonnaAmaranto.
“È nato ieri? È pe’ quistu che emo dovuto da aspetta’ cinqu’anni pe’ conoscelo?” disse Gionni.
“Compagne, compagni. Capisco la vostra titubanza, ma il suo alto spessore morale non può essere messo in dubbio, ed è l’unico che può far perdere i voti di coloro che votano Re Adim e quelli che hanno paura dei gommunisti”
“Ma se l’ultimo gommunista qui s’è visto che c’era ancora l’acciaieria!” Ricordò Kopper.
“Non importa stolto, è la paura di loro che permane che dobbiamo combattere e non possiamo spaventare…”
“Lì moderati. Mi sembra di averla già sentita questa!” Disse Smemorato, tradendosi ancora una volta.
Politigandalf alzò gli occhi al cielo poi si voltò verso i Guardiani facendogli un cenno di assenso. Due di loro aprirono i mantelli granata – da non confondere con il rosso – e il candidato prescelto si fece avanti.
Uno Qualunque, esponente del movimento dei mezzocervello. Spiccavano nella sua assoluta banalità e consuetudine gli occhiali non veri modello fondo di bottiglia (accessorio che i mezzocervello indossavano spesso in nome della divinità mitologica Il Prodo Tradito) e una spilla di dodici centimetri d’oro giallo e bianco con i simboli degli scout, dell’opus dei, dei legionari di cristo e del club di topolino.
Ma è un mezzocervello!” Urlò Donna Amaranto scompisciandosi dalle risate.
Uno Qualunque la guardò negli occhi e sentenziò: “L’assetto politico istituzionale prefigura il riorientamento delle linee di tendenza in atto in maniera articolata e non totalizzante non sottacendo ma anzi puntualizzando in un’ottica a priori e non a posteriori una congrua flessibilità delle strutture.”

A quelle parole i Guardiani delle cose fatte per bene caddero tutti in ginocchio e congiunsero le mani verso il cielo urlando all’unisono “Guidaci!”
Politigandalf allora sorrise verso tutti gli altri invitandoli a fare la loro scelta.
Si alzò per primo Kopper che a passi lenti andò verso Uno Qualunque, gli mise una mano sulla spalla e disse “Ma vaffanculo. E de core.” Poi andò via.
La Donna Amaranto si avvicinò e sentenziò: “Ti darei il mio sputo, ma ti profumerei.” E anch’essa sparì verso l’orizzonte.
“Guarda le’, te faccio un regalo, te dimentico!” Disse Gionni Smemorato abbandonando la riunione.
Infine, avvicinandosi a passo lento LelloAlfa disse: “E che a me andresti pure bene, ma poi resto solo e i Guardiani me stanno sul cazzo, ciao eh, scialla!” e anch’esso si tirò fuori dalla tenzone. Politigandalf alzò le braccia e scosse la testa “Aho, io c’ho provato!” e svanì in una nebbia mistica. Nei giorni successivi e per il tempo che mancava alla fine dei Dindorni de mezzo, spergiurò di aver convocato quella riunione.

I guardiani delle cose fatte per bene© abbracciarono il loro candidato ed andarono fieramente incontro alla loro prossima figura di merda.

 

[Addio a Stefano Benni a cui chiedo scusa per scopiazzare ogni tanto il suo stile, ma del resto ogni autore scopiazza quel che può.]