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Semifinali oltre la finale

Pubblicato il 10 Lug 2018

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Le ultime partite del mondiale, semifinali e finali, raramente sono all’altezza del resto della kermesse. Vuoi per le stanchezza accumulata, vuoi per la preoccupazione di aver fatto tanto e veder sfumato tutto a un passo dal traguardo finale.

Tuttavia, soprattutto nel caso delle semifinali, alcune partite restano nella storia per la loro bellezza e la loro drammaticità.

Noi italiani ricorderemo sempre come un incubo la notte di Napoli di Italia ’90, quando l’Argentina ci tolse la finale che tutti aspettavamo con la combinazione Maradona – Caniggia- Zenga. Ricordi dolci invece sono quelli di Dortmund nel 2006 e di Città del Messico nel 1970 entrambe le volte contro la Germania.  Se nel 2006 poi il passaggio fu suggellato dalla vittoria con la Francia in finale, nel 1970 l’Italia dovette arrendersi all’ultimo Brasile di Pelè.

Un posto di tutto riguardo, merita anche la “notte di Siviglia” quando nel 1982 Francia e Germania si affrontarono in una partita drammatica per la sua evoluzione. Al gol di Littbarski e al pareggio su rigore di Platinì fece seguito un secondo tempo in ciu la Francia dominò letteralmente sul campo, fermata solo dai pali e dalla temporanea cecità dell’arbitro olandese Charles Corver che non vide un clamoroso fallo da rigore (a cui doveva seguire un altrettanto doverosa espulsione) del portiere Schumacher sul terzino francese Battiston (che peraltro era appena entrato in campo). L’uscita del folle portiere tedesco costò a Battiston tre denti rotti e due giorni di coma, tutt’ora vedendo le immagini del povero Battiston portato fuori svenuto sulla barella sembra un episodio assurdo. Nei supplementari la Francia riusci finalmente a segnare e a portarsi addirittura sul 3 a 1 con Tresor e Giresse, ma poi venne fuori la Germania che pareggiò la partita e poi la vinse ai rigori. Indelebili nella memoria i pianti si Stielike (che pensava di aver sbagliato il rigore decisivo mentre fu pareggiato dall’errore di Six) e poi quello finale di Bossis che consegnò alla Germania la finale di Madrid (poi persa per 3 a 1 contro l’Italia di Bearzot).

Ancora la Francia protagonista nel 1998 in casa di una delle semifinali più emozionanti della storia, anche se in questo caso le emozioni furono concentrate soprattutto in due minuti, al 46° Sucker portò in vantaggio la Croazia di fronte ad un esterrefatto pubblico parigino e al 47° Thuram pareggiò i conti. Alla rarità del gol del fortissimo difensore francese fece seguito l’assoluta unicità di una sua doppietta e al 69° grazia a lui i transalpini staccarano il biglietto per la finale che vinsero incredibilmente 3 a 0 sul Brasile di Ronaldo (colto da misteriosa epilessia nei giorni prima ed irresponsabilmente in campo nella finale).

L’Olanda che andò due volte in finale nel 1974 e nel 1978 senza giocare semifinali ma vincendo “strani”gironi di qualificazione a queste (fortunatamente aboliti, il 6 a 0 dell’Argentina sul Perù grida ancora vendetta) si trovò a giocare una durissima semifinale nel 2010 contro l’Uruguay di Forlan. Vinse per 3 a 2 nei tempi regolamentari in una bellissima partita. Poi da favorita perse la terza finale della sua storia contro la Spagna che era alla sua prima finale mondiale.

Drammatica fu di certo anche la semifinale del 2014, ma in quel caso solo peri Brasiliani che si videro umiliare per 7 a 1 dvanti al pubblico del Maracanà, raggiungendo effettivamente l’obiettivo prefisso prima dei mondiali, ovvero far dimenticare la sconfitta in casa per 2 a 1 contro l’Uruguay nella finale del precedente mondiale casalingo del 1950. Di certo, oggi nessuno parla più di QUEL Maracanazo.
Uno smacco da cui il Brasile si deve ancora riprendere, come visto anche quest’anno. Forse, e lo diciamo senza polemiche, i calciatori brasiliani dovrebbero ricominciare a pregare di meno in campo e a soffiare di più sul pallone.