[Attenzione Spoiler]
Partiamo da un dato di fatto. Ogni volta che c’è un sequel, un prequel, uno spin off, un remake, un reboot, una traslazione cinematografica di un romanzo, insomma sia quel che sia l’unica cosa certa è che ci saranno molti fan che si lamentano.
È successo anche con Blade Runner 2049 di Dennis Villenueve che va oltre ogni possibile concetto di perfezione, quindi cari i miei temerari autori e registi mettetevi l’anima in pace.
Detto questo, sulla saga di Alien ci sono degli assiomi che non intendiamo minimamente discutere.
– I primi tre capitoli diretti (in ordine cronologico) dai mostri sacri Ridley Scott, James Cameron e David Fincher sono tutti perfetti e a tutti assegniamo un 10 e lode. Si anche al terzo, anche se abbiamo odiato la scelta di far morire tutti i sopravvissuti del secondo episodio, eccetto Ripley.
– Il quarto episodio, La clonazione, è assolutamente perdibile, gli diamo un 5 solo perché siamo generosi.
– I crossover con Predator meglio evitare. Anche se l’ultimo, Predators, con Adrian Brody non era male, peccato il contesto.
– I due prequel di Ridley Scott erano di certo un progetto molto interessante. Ma se Prometheus (nonostante le continue cadute di credibilità e le incongruenze abnormi con l’originale) era un ottimo inizio per dare il via a qualcosa di maestoso che coniugasse l’aspetto scientifico – filosofico con l’azione e la tensione consuete per un fantahorror; Covenant ha distrutto la possibilità di qualunque sviluppo rendendo tutto grottesco fino a cadere in una serie di cliché imbarazzanti.
Detto questo Alien: Romulus di Fede Alvaréz invece ci piace. Totalizza un 8 meno sul nostro personale cartellino, come direbbe l’indimenticabile Rino Tommasi.
Ci piace perché ha il merito di riproporre coraggiosamente una linea temporale con i dettagli tecnologici esatti, cosa che invece Scott ha del tutto ignorato prediligendo la resa visiva di mega-schermi invisibili e touch screen integrato, mentre secoli dopo la nostromo aveva schermi a fosfori verdi e oscilloscopi.
Ci piace perché finalmente ci si ricorda come erano le atmosfere di Alien, cupe gotiche e claustrofobiche. In pianeti minerari con colonie umane senza speranza. Con multinazionali spietate che volevano contendersi la nuova possibile arma.
Ci piace perché ci ricorda che Alien era essenzialmente un film horror, anche se ambientato nel futuro. Un horror secondo la definizione kinghiana, quella per cui è horror ciò che è concepito per spaventare, creare tensione, e ribrezzo negli spettatori/lettori.
Ci piace perché affronta il tema dei sintetici in una maniera complessa e ci ricorda che l’Intelligenza Artificiale asimoviana è ancora lontana. Un sintetico programmabile non la rappresenta, dettaglio che nei nostri orgasmi algoritmici, precoci e ingiustificati, tendiamo sempre a dimenticare.
Delle critiche che abbiamo sentito la maggior parte ci sembra davvero pretestuosa. La scena in cui Tyler insegna a Rain a sparare ricorda troppo la sequenza con Ripley ed Hicks? Anche qui mettono il conto alla rovescia come in Scontro Finale? Omaggi, ragazzi si chiamano omaggi!
È un cast troppo giovanile, mirano ai giovani! A parte che Cailee Spaney ha 27 anni, e Sigurney Weaver ne aveva 30 quando ha interpretato il primo Alien, ma… indovinate un po’… si parla di ragazzi in fuga da un pianeta che non gli da speranza per avere una vita diversa. Chi ci dovevano mettere? Dustin Hoffman?
È il solito miscuglio di razze fatto per accontentare tutti, c’è l’asiatico, il nero, il bianco, lo spagnolo… la dittatura del politically correct. Sarà, comunque meglio questo del razzismo che non vi riuscite a scrollare di dosso.
Alvaréz è specializzato in remake commerciali? Vabbè allora adesso ditemi che Evil dead 2013 è un film in stile Disney così abbiamo completato l’album delle fesserie.
Hanno sfruttato il volto di Ian Holm con gli FX: oltraggio vergogna, sacrilegio! Ma che problemi avete ragazzi?
Personalmente, abbiamo qualche perplessità sull’eccessiva lunghezza del film in cui alcune situazioni sono state ripetute in maniera un poco ridondante e su un eccessiva ricerca di spettacolarizzazione che poteva essere evitata per non incombere in errori in cui gli ingegneri cinefili ti prendono in castagna, del tipo: da quando in qua un corpo alla deriva nello spazio è attirato dagli anelli del pianeta e non dal pianeta stesso? Siamo sicuri che il sangue-acido in assenza di gravità vada in giro in quel modo? (non diciamo che sono errori, solo che magari qualche forzatura e ripetizione si poteva evitare).
Per il resto, ottimo episodio della saga Alien; attualmente 4° in classifica in questa. Sempre sul nostro personalissimo cartellino, si intende.