Per la mia generazione e per la mia parte politica il nome Nichi Vendola riporta alla memoria tante cose.
Positive: come la speranza concreta di poter riuscire a cambiare il paese. Sembrava davvero che bastasse proporre le persone giuste nei luoghi giusti al momento giusto per farlo. Si poteva appartenere a qualunque corrente delle sinistra radicale, ma la sua elezione alla presidenza della Regione Puglia nel 2005 è stato il momento in cui tutti abbiamo creduto che un’altra Italia era possibile.
Poi inevitabilmente il fallimento. Avvenuto a causa di Bertinotti ma anche della sua incapacità di sostituirlo come leader unitario credibile. Se il parolaio rosso aka subcomandante Fausto era noto per la sua capacità argomentativa grazie alla quale riusciva a mettere in difficoltà sia i berlusconiani che i centristi prodiani, Nichi non ha mai saputo replicarla e alla fine dei suoi lunghi discorsi l’unica cosa che si riusciva a percepire era una sua rabbia diffusa ma scarsamente produttiva nel concreto.
Una delle cose che non siamo mai riuscito a digerire di quell’ultimo periodo (dopo il disastro del governo Prodi II e dopo i successivi disastri elettorali delle varie sinistre radicali) è stata la folgorazione lungo la strada per Damasco dei due leader. Spesso non si capiva più se si ascoltava un comizio della sinistra radicale o la messa domenicale.
Che da sempre ci siano state delle affinità sociali fra le Comunità di base, Don Gallo, la Teologia della Liberazione e i vari movimenti Socialisti Rivoluzionari è fuori discussione, ci mancherebbe altro. Ma che a un certo punto le encicliche di Papa Francesco fossero più importanti dei diari di Che Guevara no! E che caspita.
(Abbiamo ancora l’elenco delle bestemmie pronunciate nelle segreterie di partito quando Bertinotti annunciò a tabloid unificati che la sua nuove fonte di ispirazione erano le lettere di San Paolo, per chi volesse approfondire).
Tornando al presente il motivo di questo fiorire di rimembranze socialiste è dovuto al fatto che nella contestata ultima edizione di Più Libri Più Liberi ci è capitato di assistere alla presentazione dell’ultima fatica letteraria di Vendola, “Il Sacro Queer”, Manni Edizioni.

Ci sembra sinceramente che Nichi abbia le idee sempre più confuse; abbiamo provato imbarazzo più volte nel sentirlo parlare del suo libro.
Ora lasciamo perdere le presunte evidenze (tutte opinioni sue ben lontane dal poter essere dimostrate) di come i personaggi biblici in realtà siano tutti Queer (da San Paolo al bravo Samaritano protagonista della famosa parabola), e lasciamo stare di come estenda l’aggettivo Queer a chiunque sia un minimo differente dal “sistema”. Le cose davvero insostenibili nel suo soliloquio sono state almeno tre.
La prima: Nichi continua a pretendere di essere riconosciuto dalla CCAR come un bravo cattolico. E davvero sono anni che non riusciamo a capire questa sua pretesa. Un uomo ha tutto il diritto di essere gay, pretendere che LO STATO (non la Chiesa Cattolica, lo Stato) riconosca la sua eguaglianza con le famiglie Etero. Ha tutto il diritto di chiedere di poter adottare figli e assolutamente il diritto di fare figli con la fecondazione assistita e la maternità surrogata in stati più civili del nostro (Nichi lo ha fatto in California, lui può altri no). E ha tutto il diritto di credere a una religione evangelica che sostenga che queste cose non sono peccato. Ma perché pretenderlo dalla Chiesa Cattolica? Questa si chiama, a tutti gli effetti INGERENZA. E pensa un po’, da laici coerenti con la laicità ci sentiamo proprio di dirgli che non è il caso.
Certo, è ovvio che anche noi quotidianamente critichiamo la dabbenaggine cattolica di essere così dogmaticamente arretrati su certi temi, ma la nostra critica è funzionale alla pretesa di avere una politica laica dello Stato che non deve seguire i dogmi cattolici.
Invece perché ti serve l’approvazione del Papa, o dell’Istituzione se hai semplicemente usufruito dei tuoi diritti? Paura di andare all’inferno senza di quella?
Tanto per dire: Vendola e il suo Partito della Sinistra Italiana cosa direbbero a un imprenditore che chiedesse di definirlo buon comunista dopo che ha ammesso di evadere le tasse e sfruttare gli operai? E se questo sostenesse che “Siete voi ad aver letto male Il Capitale!”?

La seconda, ancora più grave, è l’uso di parole completamente fuori luogo. Nichi Vendola ancora torna a parlare di Darwinismo Sociale nonostante sia noto a tutti ormai che il caro Sir Charles Darwin (convinto antirazzista anche prima dell’elaborazione della sua teoria evoluzionista) non abbia mai avuto nulla a che fare con il letame concepito da Herbert Spencer. Certo, lo sappiamo che per lungo tempo si è usato quel termine in modo improprio, ma è ormai da decenni che tutti i biologi evoluzionisti e i filosofi della scienza hanno invitato alla sua cancellazione. E proprio sulle parole mi cadi caro Nichi?
Non si parla mai delle incredibile scoperte biologiche che quotidianamente distruggono ogni pretesa umana di essere eccezioni particolari nell’Universo e nella Natura (leggi: Antropocentrismo) ma in compenso si continua a raccontare balle sul fatto che la sopravvivenza del più forte sia una teoria scientifica.
La terza, e qui andiamo davvero oltre l’assurdo, è la riproposizione (ci riferiamo sempre a quanto da lui detto in quella presentazione, non sappiamo se questo sia nel libro) del fatto che le guerre mondiali del secolo scorso siano avvenute per colpa della razionalità; questa intesa come ostinarsi a seguire l’uso della ragione. E qui siamo davvero arrivati al livello del delirio del Pastore Tedesco Ratzinger per cui l’olocausto fu colpa degli atei avvenuto poco tempo prima che fosse ragionevolmente (deo gratias) convinto a ritirarsi a vita privata.
Ora è noto che nella sinistra radicale dopo la Pandemia della Covid19, soprattutto in Italia, abbiamo un problema con il pensiero scientifico… ma adesso basta! Lo diciamo da amanti di Tolkien e King e del fantastico in generale: massimo rispetto personale per il pensiero magico, per le convinzioni personali di ognuno e adottiamo sempre il sapere di non sapere di Socrate come guida in ogni discussione. Ma basta definire come “pensiero razionale” la follia di un singolo o di una popolazione. Pensare, pianificare e compiere un genocidio come la Germania Nazista, Pol Pot, o Israele nei giorni nostri non è una cosa razionale. Si chiama FOLLIA LUCIDA. Ci sono le parole giuste, usiamole.
La razionalità e il metodo scientifico restano il miglior mezzo per condividere le basi su cui costruire una società. Se ricominciamo a legiferare come se gli dei esistessero tutti non andremo lontano.