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Aspettando la fine del mondo. Le Poste dell’Assurdistan, per gradire.

Pubblicato il 29 Ott 2024

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Come avrebbe detto un popolare personaggio della TV anni ’90, la fredda cronaca.

All’inizio di questo ottobre, sapendo che avevamo alcune scadenze da pagare a fine mese, fisso un appuntamento per Venerdì 11 ottobre con i consulenti finanziari di un ufficio delle Poste Italiane di Terni per spostare dei soldi da un fondo di investimento che ho cointestato con mia madre (82 anni con 100% di disabilità riconosciuta) ad un libretto postale anch’esso cointestato sempre con mia madre.

Lo fisso l’11 anche se i soldi mi servono alla fine del mese, perché nel 2024, mentre ragazzini cinesi, indiani o americani fanno girare con un click milioni di euro e di dollari o di yen in pochi secondi in qualunque borsa o banca del pianeta, le Poste Italiane per movimentare un migliaio di euro nei loro conti interni fanno passare ben cinque (!!!) giorni lavorativi (il fine settimana e le feste sono sacre, lo sappiamo) prima che siano effettivamente disponibili.

Quando faccio lo spostamento infatti, mi confermano che sarebbero stati disponibili per il venerdì successivo, 18 ottobre. O tutt’al più per il sabato mattina che non è da conteggiare nei giorni lavorativi suddetti ma comunque gli accrediti arrivano.

Infatti il venerdì 18 quando mi reco all’ufficio postale per verificare i soldi “spostati” non sono arrivati; appariranno sul conto sicuramente la mattina dopo mi dicono.

Né venerdì 18, né l’11 cioè quello precedente, nessuno ha nulla da dirmi riguardo la regolarità del libretto postale in cui deve arrivare l’accredito. Tutto assolutamente regolare.

L’accredito arriva puntualmente, si fa per dire, la mattina del sabato 19.

Ma… sorpresa! Non si possono prelevare i soldi dal libretto. Perché? Per rispondere a questa domanda l’impiegata mi stampa un avviso in cui c’è scritto di aggiornare l’anagrafica il prima possibile, e mi dice che non può far nulla perché il sistema le respinge la richiesta.

Cerco di spiegare che spostare mia madre non è semplice e che se c’è semplicemente da portare il nuovo documento d’identità si può far certamente per delega e autocertificazione (Legge Bassanini del 1997) e comunque faccio presente che il mio documento, ovvero di colui che è cointestatario del libretto e che sta effettivamente facendo l’operazione, non è scaduto.

Non si può far nulla, deve venire lì mia madre.

Faccio presente che non ci è arrivato nessun avviso, nessuna raccomandata, nessuna telefonata ma, sorpresa, a quanto sembra le Poste non sono tenute ad avvisare delle irregolarità amministrative sui conti che gestiscono.
Chiedo cortesemente se c’è il direttore o la direttrice, e l’impiegata mi dice che adesso “vedremo se può far qualcosa lei”, ma quando questa arriva una volta messa a corrente della situazione dice che deve assolutamente venire di persona mia madre. Riguardo la legge Bassanini afferma che c’è l’antiriciclaggio e su queste cose non si scherza (500 euro di prelievo, per la serie “le operazioni che metteranno in ginocchio la criminalità”).

Allora chiedo quale sia l’operazione specifica che mia madre dovrebbe fare, perché insomma non può essere solo una questione di documento, porterei l’originale e la delega in pochi minuti visto che abito vicino all’ufficio. Cosa deve fare mia madre che deve essere fatta di persona per via delle norme antiriciclaggio?
La risposta della direttrice è quella di rivolgersi all’impiegata dicendo ” Fai scorrere i numeri che non abbiamo tempo da perdere”.

A questo punto chiedo alla direttrice di darmi le sue generalità o quanto meno o un suo codice identificativo; ma sprezzantemente risponde che non è tenuta a darmeli. La avverto che se non si fa identificare da me chiamo i carabinieri ad identificarla, “Faccia quello che le pare” è tutto quello che ha da dire.

Tralascio qui i dettagli del triste spettacolo dato da una delle altre impiegate presenti che mi intimava di non fare il furbo perché, era convinta di avermi avvisato di persona che avrebbero bloccato il libretto già il mese prima; a suo dire mi aveva concesso di ritirare dei soldi in via straordinaria. Dico solo che è tornata in silenzio alle sue faccende quando le ho fatto vedere che l’ultima operazione sul libretto risaliva a Marzo.
I carabinieri sono sopraggiunti mezz’ora dopo. Dopo aver parlato con me e, separatamente con la direttrice, mi hanno informato che l’operazione che avrebbe dovuto fare mia madre era effettivamente quella di portare la nuova carta d’identità che quella con cui aveva aperto il libretto era scaduta. Hanno sottolineato che non stava a loro stabilire la correttezza e la legittimità di questa richiesta ma che comunque se il lunedì avessi portato mia madre si sarebbe risolto tutto.
A questo avrebbe presto pensato il mio avvocato, li ho rassicurati ringraziandoli poi per l’intervento.

Epilogo e considerazioni.

Il lunedì sono tornato all’ufficio con mia madre e la sua collaboratrice domestica. Ha messo quindi le due firme elettroniche in necessaria presenza per il cambio del documento registrato presso di loro. Ci hanno finalmente dato i soldi ma, indovinate un po’, non era possibile fare altre operazioni sui nostri fondi perché: “Oggi siamo pieni, non abbiamo spazio per altri appuntamenti”.

È fin troppo evidente l’assurdità di una persona disabile al 100% che, nel 2024 quasi 2025, deve recarsi di persona in un ufficio postale per “aggiornare l’anagrafica”. Se poi questa richiesta sia stata anche illegale o irregolare lo valuterà il mio avvocato, come ho detto.

Tutto il resto rientra nel solito triste spettacolo di imprese pubbliche (anzi holding) che spendono un sacco di soldi per farsi delle pubblicità in cui vogliono apparire all’avanguardia e invece, non solo continuano ad avere una ridicola burocrazia che mette in difficoltà chiunque abbia bisogno di un servizio in più rispetto a spedire il solito pacco o a pagare un bollettino, ma si permettono di trattenere cinque giorni (per motivi sconosciuti, visto che in una qualunque banca occidentale un bonifico se chi riceva ha la stessa banca di chi lo manda ci mette un solo giorno) soldi che non sono loro ma dei risparmiatori.

Che poi è senz’altro vero che tutte queste regole siano scritte nei vari contratti su cui noi sciocchi poniamo quindici firme di seguito senza leggere, fidandoci di chi ce li propone dopo una spiegazione più o meno approfondita (contratti che poi vengono cambiati in modo unilaterale, senza che tu possa far nulla se non prenderne atto così come prendi atto degli alberi amazzonici abbattuti inutilmente per la comunicazione di questi cambiamenti contenuta in rotoloni di carta con sopra delle scritte a caratteri così minuscoli che neanche il microscopio elettronico può decifrare).

Però poi, “care” Poste Italiane, non vi lamentate se uno vi prende come punto di riferimento verso il basso.