Ancora sulla fotografia, perché scrivere con la luce è come scrivere con l’inchiostro.
Guardo il selfie che con Ilaria ci siamo fatti per dare il via alle nostre trasmissioni 2020 su Radio Galileo, lo riguardo una seconda volta, poi una terza e qualcosa non va. Torno a casa lei lo posta sul social io lovvo e condivido, poi, decido che no. Qualcosa decisamente non va.
Alla fine, come sempre il tutto è ovvio, basta vedere le scritte dietro di noi. E’ un selfie, è l’immagine speculare. E’ normale, un selfie è quasi sempre così, ribaltato. A meno che non scarichi un app che.. a meno che non disabiliti una funzione sullo smerdphone che… a meno che, ovviamente, non ti fai scattare una foto che non sia con la camera frontale.
Ovvio no? E’ normale che da quando ci siamo evoluti abbastanza da superare i dagherrotipi non ci sia più stata una foto stampata al contrario (se non per volontà artistica) e adesso con la grande tecnologia di cui disponiamo si torna indietro di circa 170 anni.
Perché? Perché la telecamera frontale da le foto in formato specchio per far si che uno possa vedersi, truccarsi, controllarsi come se fosse allo specchio per l’appunto. Che non è mai stata la nostra immagine reale ma per l’appunto quella speculare.
Ma lo strano sono io lo so. E’ davvero chiedere troppo che in un”telefono” da non so quanti euro sia normale che scattando la foto con la telecamera frontale questa sia data senza funzione specchio. Troppo complicato vero? Ci sarebbe d’aggiungere forte un paio di porte commutatrici nor, exor o come caspita si chiamano.
Non è un fatto grave voi dite? Dipende dai punti di vista.
Il fatto che non siamo più in grado di riconoscere le immagini come reali o irreali, pensare che ogni prospettiva sia possibile, ritenere esteticamente belli visi evidentemente ritoccati digitalmente con filtri pesanti (non è il nostro caso ovvio, noi siamo belli di natura alla faccia della vostra invidia), rientra completamente nel dramma di vivere in un paese di analfabeti funzionali. (Il più ignorante del mondo occidentale).
Se vi sembra un argomento secondario pensate a quel che è successo qualche mese fa quando hanno mostrato la prima foto di un buco nero lontano 55 milioni di anni luce e in Italia è stato necessario fare i disegnini per spiegare che non è una foto “normale”.
Perché ovviamente per l’italiota è normale pensare che esistano zoom ottici 1: 100.000.000.000.000.000 che si usano grazie ad un cavalletto posizionato su Nettuno, ovviamente.
Si pubblica una elaborazione grafica per illustrare la situazione degli incendi avvenuti in Australia nelle ultime settimane e la preoccupazione non sono più gli incendi o il mezzo milione di animali sterminati ma stabilire che non fosse una foto satellitare vera.
Quindi è ora che hanno capito che non è una foto, tutto il Climate Change è un fake e non esiste nessuna sesta estinzione di massa.
Certo, di fronte al primo Capo di Stato di un paese che rivendica la responsabilità materiale di un assassinio compiuto all’estero e rischia di far scoppiare la terza guerra mondiale, sono questioni di poco conto, ne convengo. Ma di certo, se ci pensate un attimo, non sono scollegate.