Vorremmo avere più tempo.
Lo sappiamo dicono tutti così, il tempo non ci basta mai, servirebbe una giornata di 48 ore, occorrerebbero due vite per far tutto quello che abbiamo in mente. Luoghi comuni, retorica, forse scarsa organizzazione.
Sarà.
Però quando esce un libro dei Wu Ming quel tempo in più lo vorremmo davvero a disposizione.
Stiamo ancora cercando in rete i segni del passaggio di Scaramouche in Francia durante la rivoluzione quando ecco che siamo precipitati in un nuovo vortice. La prima guerra mondiale.
Ci siamo ripromessi di verificare gli indizi lasciati da Cary Grant nella sua avventura jugoslava del ’54 ed ecco che ora ci dobbiamo spostare sulle tracce dei quadri di Breton.
I romanzi di Wu Ming sono così, ti prendono ti trasportano in quel posto in quel tempo con i loro “eroi”, che sia il nord Europa del 1550, il nord America del 1780 è sempre la stessa storia. Chiudi l’ultima pagina del libro e dici “Fenomenale! Chissà quant’è vero tutto questo?”.
No. Non è compito nostro dirvi quali dei quattro racconti ambientati nella prima guerra mondiale è più vero degli altri; il nostro compito è quello di invitarvi a leggere un libro che racconta storie della prima guerra mondiale senza perdersi (conoscendo i Wu Ming non potevamo aspettarci di meno) nella retorica di Stato che ancora cerca nel sangue del 15-18 un motivo per essere fieri dell’Italia.
Anzi come sempre succede nei romanzi del collettivo bolognese, la storia passa là dove non te l’aspetti. Nel contadino stanco di fare il contadino e che ha dei conti in sospeso con i vicini. Nel finto pazzo che dopo aver studiato i pazzi per far finta di essere pazzo diventa pazzo. Nel surrealismo francese. Nei campioni italici del camuffamento istruiti dai maestri del camoufage francese.
Dei molti commenti e delle molte recensioni trovate in rete sembra trapelare che con questo “L’invisibile ovunque” (Einaudi 2015, 201 pag. , 17,50 €) i Wu Ming dicano addio al romanzo storico.
Ecco. Questa è una notizia di cui vorremmo avere l’immediata smentita. Anzi proponiamo ai fans wuminghiani di effettuare un’opera di convincimento per farli tornare sui loro passi, minacciamoli con un mail bombing che se ci abbandonano passeremo a comprare i libri di Pansa!