[5000 battute su foto assegnata]
Caldo.
Fa molto caldo nella spiaggia assolata gremita di gente fino all’inverosimile, del resto è la prima domenica di Agosto, fosse freddo e la spiaggia deserta questo sì che sarebbe strano.
Invece fa caldo, ma nonostante questo Rosario tiene addosso la sua giacca nera sopra alla camicia di lino bianca e cerca di trovare il volto di Camilla.
“Mammaaa…. Mammaaa”
La voce del piccolo Francesco strazia le orecchie dei bagnanti che sono vicino alla buca che lui stesso ha scavato arrivando a trovare i reflusso dell’acqua marina e da cui ormai non riesce più ad uscire.
“Mammaaa”
“Aho, ma sta madre do è annata?” .
“E che ne so? Queste fanno li fiji e poi pensano che li guardano l’antri” commenta la parte femminile dell’affiatata coppia di Cologno Monzese.
“E nun se po’ torna’ a casa tua du’ settimane a godesse er sole dopo un anno che lavori in mezzo la nebbia senza che ‘na cretina se scorda er fijo dentro la buca?”
“Ce vole calma Ruggè, tocca sta calmi!”
“ E stamo un po’ calmi, ma che du’ palle però”
Camilla apre appena la porta del bagno e vede la giacca nera di Rosario che si muove lentamente fra i corpi disposti casualmente nella spiaggia libera di Anzio. Si ritira immediatamente e le scappa una maledizione “Perché sono stata così stupida?”. Aspetta un poco che Rosario si giri dall’altra parte e poi esce dirigendosi rapidamente al punto B.
“Al ladro! Al ladro”
Nella marea di corpi al sole Derek si sta producendo in una corsa a ostacoli da record, saltando uno dopo l’altro i corpi distesi sugli asciugamani e le sdraio e tenendo una borsa Fendi in mano preoccupandosi di non farne uscire il contenuto. Corre verso Raffaele che lo aspetta sullo Scarabeo acceso. Manca poco alla fine della spiaggia, ma il suo piede sinistro è falciato da una cianchetta precisa come un bisturi, quindi lo stesso piede colpisce il polpaccio destro e Derek vola. Per sua fortuna atterra sulla spiaggia, la borsa cade davanti e si apre rovesciando fuori il suo contenuto. Derek ancora a terra si volta indietro: due persone si sono alzate e stanno correndo nella sua direzione, vede l’autore dello sgambetto, “un vù cumprà di merda” pensa “ha ancora gli asciugamani in spalla ‘sto stronzo”, poi guarda il contenuto della borsa per terra, in un attimo scatta in piedi e mentre si rialza raccoglie l’Iphone uscito dalla borsa. Fa le scale due alla volta, salta in sella sullo scarabeo ma prima di dare il “vai” all’amico guarda negli occhi il vù cumprà, alza il collo e fa l’inconfondibile segno dello sgozzamento in direzione del guastafeste. Poi da il “vai” all’amico.
“Tesoro perché piangi?” Don Alberto in boxer da bagno, camicia grigia a maniche corte e collarino ecclesiastico bianco ricorda un po’ Christian De Sica nei panni di Don Buro. “Dov’è la tua mamma tesoro?” L’ennesimo strillo del piccolo che invoca la mamma è l’unica risposta che ottiene.
Rosario a cento metri di distanza sente l’invocazione della mamma del piccolo Francesco. Si volta nella sua direzione e toglie la sicura alla sua semi-automatica.
“Padre senta un po’, prenda ‘sto regazzino e lo porti al bar e faccia chiama’ quella disgraziata de’ ‘a madre”
“Eh si, dice bene lei, ora lo prendo… così?”
“ E come lo deve prende?”
“Ma io non so chi sia la madre”
“ E ‘nfatti, ho detto de portallo al bar e falla chiama’ mica de portallo a casa”
Don Alberto alza gli occhi in cielo, mormora un te deum, poi prende il piccolo Francesco sotto alle ascelle e lo tira fuori dalla buca.
“Allora piccolo mi dici come ti chiam…”
Francesco centra i testicoli di Don Alberto con un pugno in cui mette tutta la sua forza, il prete si accascia senza fiato vicino alla buca scavata dal piccolo. Francesco comincia a correre a gambe levate verso il punto B.
“Manca l’Iphone! Cazzo papà manca l’Iphone”
“Come manca l’Iphone? Amico dove hai messo il telefono?”
“Io? Io avere fermato ladro…”
“Si tu fermato ladro, e intanto ti sei preso l’Iphone di mia figlia”
“No signore io…”
“’Sti negri de merda” commenta un adolescente con dei piercing sulle labbra e sul naso “Che cazzo ce vengono a fa’ qua da noi, vorrei sape’…”
“E vengono a frega’ li telefoni, che vengono a fa?” ribadisce il suo amico con la cresta stile Balotelli.
Ahmed prende i suoi asciugamani e se ne va, la ragazza e il padre lo seguono per un po’ starnazzando insulti ma fa troppo caldo perché i razzisti della spiaggia si muovano per un linciaggio.
Francesco arriva al punto B: cabine doccia. Senza indugio entra in quella con la scritta “rotta”. Rosario che lo segue a dieci passi di distanza arriva poco dopo, si prepara a buttar giù la porta ma tre pallottole sparate con il silenziatore lo raggiungono passando attraverso di questa. Si accascia al suolo, Camilla esce dalla cabina e gli spara in testa.
Non c’è nessuno, fa cadere la pistola nella borsa, prende Francesco per una mano e si dirige rapidamente verso la macchina mentre invia un sms.
“Mamma, domenica prossima ancora mare?”
“Ma anche no, Franceschino, ma anche no.”