Le magliette personalizzate con il nome del giocatore ed il numero personale che si portano dietro per tutta la stagione sono bellissime. Ci mancherebbe.
Però i numeri da uno a undici nel calcio hanno dei significati ben precisi, e nonostante i venti anni passati dall’introduzione delle magliette personalizzate, resta ancora il fascino di quella numerazione originale. Legata fra l’altra ad un tipo di formazione che oggi nessun allenatore metterebbe mai in campo.
Qualche allenatore invertiva i numeri del mediano e del libero, ad esempio Franco Baresi giocava al Milan con il 6 e in nazionale con il 4 (con Azeglio Vicini) .
La formazione sopra è legata ad un periodo del calcio italico abbastanza fortunato. Si presupponevano tre linee della squadra, quella portante centrale Libero, stopper mediano centravanti, e poi le due fasce con i terzini che a volte si sovrapponevano alle ali (soprattutto il sinistro, se si aveva la fortuna di avere un terzino forte) l’8 e il 10 erano le mezzali spostate dal centro ma non completamente sulla fascia. Queste dovevano sostenere il mediano, ma i due ruoli si differenziano parecchio “dopo Pelè”. Perché come ricorda Buffa nelle sue trasmissioni su Sky, fino a quando Pelè non gioco le prime partite del campionato del Mondo di Svezia ’58 fino ad allora giocare con il 10 era come giocare con un numero qualunque. Poi giocare con il 10, divenne “Giocare con il 10”, ovvero essere il fuoriclasse della squadra. A quel punto l’8 fu relegato ad essere un mediano con i piedi leggermente migliori del 4 e con l’autorizzazione a lanciarsi un po’ più in avanti (un classico duo Tardelli-Furino).
Sebbene sembri una formazione catenacciara in realtà era molto duttile, infatti al di là del trittico libero stopper mediano, gli altri avevano tutti la possibilità di partecipare al gioco offensivo. In caso di emergenza di ritrovavi ad attaccare anche con sette effettivi.
Fra le due ali in campo in genere ce n’era una che era più offensiva dell’altra e faceva di fatto la seconda punta dietro il centravanti, quando questo ruolo non era ricoperto dal 10 stesso se effettivamente in possesso del fiuto del gol oltre che dei piedi buoni, indispensabili per avere quel numero.
Il 5 e il 6, stopper e libero, avevano due ruoli molto differenti. Il primo marcava ad uomo il centravanti, lo seguiva anche al bagno se questo doveva andare a pisciare ed era quello più rude della squadra (Brio, Benetti, Ferri sono ottimi esempi del ruolo). Il libero invece era un signore del calcio, era l’ultimo uomo che rimediava agli errori della squadra prima del portiere, ma spesso era autorizzato a impostare, a lanciare e a prendere iniziative. Non di rado era il capitano della squadra (Scirea, Baresi, Beckembauer, Passarella).
Poi arrivò Sacchi (c’era stato prima di lui ovviamente il mitico Nils Liedhom che però aveva avuto fortune alterne nonostante i due scudetti conquistati) che sdoganò definitivamente la zona e il fuorigioco come tattiche difensive, libero e stopper divennero “i difensori centrali” senza più differenza di ruolo.
Il rispetto della numerazione 1-11 era pressoché universale anche se a seconda delle tattiche poteva variare la posizione in campo. Unico paese a differenziarsi era l’Inghilterra che prevedeva un posizionamento diverso anche perché li la formazione canonica era il 4-4-2.
La classica numerazione inglese era:
Altra curiosità prettamente inglese, la scaramanzia voleva che si usasse il meno possibile il numero 13, quindi a differenza di ogni altra parte del mondo quello era il numero dato al secondo portiere, mentre il 12 era quello della prima riserva, poi 14, 15 e 16, fino a quando non si allungarono le panchine aggiungendo le riserve 17 e 18 all’inizio degli anni 90.
___________
Ieri l’Inghilterra ha battuto la Tunisia grazie a una doppietta di Kane, forse il centravanti inglese più forte dai tempi di Alan Sherear, giocando molto bene. Non è una cosa consueta, era dal 1998 che gli inglesi non convincevano alla partita del loro debutto al mondiale (guarda caso anche allora batterono la Tunisia).
Il Belgio alla fine ha dilagato 3 a 0 come prevedibile contro Panama, ma per 60 minuti ha dato l’impressione di essere una squadra di prime donne viziate che vogliono il pallone sul piedino altrimenti non si spostano, inoltre per giocare contro Panama ha davvero rischiato troppo, con il suo portiere più volte decisivo.
La Svezia invece ha vinto su misura e su rigore contro la Korea del Sud, ma in questo caso il merito del risultato striminzito va al portiere della Korea.
Oggi inizia il girone più equilibrato del mondiale, fra Polonia, Senegal, Giappone e Colombia può succedere di tutto. Anche che ci esca la sorpresa del mondiale.