Paola Barbato per gli amanti dei fumetti è nota come una delle autrici più brave di Dylan Dog, ma da tempo si è dimostrata anche un’eccellente scrittrice di romanzi thriller hard boiled. Se “Il filo rosso” nel 2010 ci aveva piacevolmente sorpreso per la sua scorrevolezza e il suo ritmo il suo nuovo lavoro “Non ti faccio niente” (Piemme edizioni, 420 pag. , 17,50€) è ancora più sorprendente.
Oltre al ritmo e all’assoluta originalità della storia riteniamo che ci voglia una sensibilità particolare per raccontare l’orrore che sfiora e a volte colpisce i bambini che, come i protagonisti del romanzo dicono spesso, sono la parte più indifesa e più innocente della società.
Dal 1983 all’inizio degli anni ’90 un uomo misterioso rapisce dei bambini. Ma non per fargli del male. Rapisce dei bambini che hanno una vita problematica per dargli alcuni giorni di felicità, infondergli fiducia in loro stessi e richiamare le attenzioni dei genitori su di loro. È comunque un reato, ovvio. Ma l’uomo non viene mai preso e per i bambini a tutti gli effetti c’è un miglioramento della loro vita, almeno quasi sempre.
Nel 2017 c’è un altro rapitore misterioso di bambini. Di quei bambini che sono figli dei bambini “salvati” dal primo rapitore. Ma questa volta i bambini vengono uccisi.
Un incubo terribile attende quei bambini salvati e adesso diventati a loro volta adulti. Anche perché nessuno, o quasi nessuno, sa che c’era una connessione fra gli oltre trenta rapimenti misteriosi degli anni ’80 e ’90.
Qualcuno aveva investigato nella polizia, qualcuno aveva una lista di casi che potevano essere collegati; ma ormai è in pensione. Le investigatrici dei nostri giorni sembrano più preoccupate di farsi la guerra fra loro per la carriera che a risolvere effettivamente i casi.
Chi può venire in aiuto delle famiglie che rischiano di vedere sparire i loro piccoli da un momento all’altro?
Paola Barbato compie un vero capolavoro di equilibrio, raccontando con la delicatezza di una madre l’universo infantile e con la crudezza del miglior King i crimini e la loro efferatezza e infine crea una ragnatela di intrecci degna del miglior Conan Doyle per nascondere “l’assassino” fino all’ultima pagina.
Dalla preoccupazione per la sorte dei bambini il lettore passa infatti alla voglia di conoscere il dipanarsi del mistero e la risoluzione del giallo. E quando la storia è finita, al lettore non resta che togliersi il cappello di fronte a uno dei thriller più originali degli ultimi anni.
Da divorare tutto di un fiato, da consigliare e regalare agli amici appassionati del genere. Davvero una grande, grande sorpresa in questa caldissima estate del 2017.