E così l’ottavo giorno dall’inizio della creazione della Terra, dopo essersi ben riposato e aver fatto un’abbondante colazione a base di cappuccini, cornetti e succhi di frutta, Dio, l’Altissimo l’Onnipotente, chiamò a raccolta le schiere dei suoi angeli preferiti per illustrargli la sua realizzazione.
Fluttuando nel cosmo infinito e osservando con uno zoom da centocinquanta milioni di ingrandimenti cominciarono a scrutare l’opera del Signore onnipotente.
I “wow” e i “ma cus’è che l’è” si sprecavano, gli angeli facevano a gara per dire “guarda quello” o “guarda questo” e la coda di pavone dell’Onnipotente rifulgeva fra Orione e Vega.
Allora questo si schiarì la voce e aprì il suo blocco di appunti formato A4 in pregiatissima cellulosa presa dalle piante del pianeta Echelon VI, visto che all’ottavo giorno la città di Fabriano sulla Terra ancora non era stata fatta agli uomini.
“Cari Angeli” risuonò la voce celestiale accompagnata dalla filarmonica di Kern, seconda luna del quinto gigante gassoso in orbita intorno ad Omega Centauri, “Come vedete ho applicato gli insegnamenti della Sacra Scuola di Hokuto (quella esisteva già da tempi immemorabili, nda) e in questo settore del cosmo a noi dedicato ho creato un pianeta in cui ogni cosa vivente ha una sua funzione!”
L’onnipotente lasciò fermare la sua voce per far risaltare gli “ooohh” gli “ahhhhh” di meraviglia, sottolineati dall’arrangiamento psichedelico dei violini della filarmonica, poi riprese: “le pecore ad esempio danno la lana che avrà un enorme utilità, le api danno il miele che sarà un alimento prelibato per gli orsi e per gli uomini, i vermi della terra consumeranno i residui organici dei cadaveri e…”
“E i tafani?”
Il terzo violino dell’orchestra della filarmonica emise il classico rumoraccio di una corda che si spezza, non accadeva da eoni alla filarmonica di Kern.
“Cosa? chi ha parlato?”
“Sono io, Lucifero, Sua Luminosità. Dicevo ma i tafani a che servono di utile in questa creazione?”
“I tafani? … beh i tafani… i tafani.. ecco… i tafani… cioè, li avevo segnati qui dopo i tacchini… i tafani mi dici… i tafani i tafani….”
L’onnipotente si fermò, guardò la platea ammutolita degli angeli e poi proruppe in una serie di turpiloqui che in seguito qualcuno dei presenti cominciò a chiamare ” bestemmie”, stracciò in mille pezzi il suo blocco notes e se ne andò sbattendo la porta dello stargate.
Da quel giorno i rapporti con Lucifero non furono più gli stessi.